Il Pd? Non è mai stato un partito di sinistra. Un equivoco e come tale farà la fine di una candela che si consuma. Categorico, Mario Capanna, ex leader del Movimento studentesco, poi parlamentare europeo e deputato, scrittore e giornalista, ospite ieri della Fondazione Premio Napoli (a Palazzo Reale) dove ha presentato il suo nuovo saggio, Noi tutti (Garzanti, 2018).
«Quando parliamo del ’68 – ha detto- ci riferiamo alla più grande rivoluzione culturale, avvenuta simultaneamente in più parti del mondo. Scomparvero l’io e il tu, a prendere piede fu il pronome noi per una crescita corale, di cui si continua a parlare tuttora».
Questo, il suo commento, a proposito dell’attuale situazione politica italiana: «Oggi non vedo alcun cambiamento. Abbiamo un governo conservatore con un consenso di massa. Andare oltre, definendolo fascista, è sbagliato e controproducente: in qualche modo si fa propaganda a questa realtà governativa. Con il Movimento 5 Stelle si sono sparigliati i giochi, ognuno è costretto a trovare nuove categorie d’interpretazione ed è questo l’unico dato positivo».
All’incontro, introdotto da Domenico Ciruzzi, presidente della Fondazione Premio Napoli, hanno partecipato la dirigente scolastica Armida Filippelli e il saggista Vito Nocera. La presentazione del volume è stata arricchita dalle musiche e dalle letture della corale del Beggar’s Theatre, il Teatro dei Mendicanti diretto dal maestro Mariano Bauduin.
«Il saggio di Capanna – ha concluso Ciruzzi – pone al centro del dibattito una certezza: il movimento del ’68 ha contribuito a creare le basi per un cambiamento fondamentale rispetto a tutti i residui autoritari del passato. Il merito principale è l’acquisizione da parte delle persone dell’idea che la realtà esistente possa essere modificata in meglio».
Nella foto, da sinistra, Filippelli, Capanna, Ciruzzi e Nocera