Napoletani al Pan. Dopo la mostra di Barisani e l’annuncio di un evento dedicato a Armando De Stefano, ecco Lello Masucci. Da stasera (ore 18) fino al 4 maggio a Palazzo Roccella (via dei Mille 60) la personale dell’artista napoletano a cura di Mario Franco. “Poesia/Ultimo taglio” è il titolo dell’esposizione, frutto di incessante lavoro di ricerca artista di Masucci, impegnato da oltre trent’anni nella sperimentazione di materiali, linguaggi e nuove tecnologie multimediali, al fine di creare scritture ed oggetti che destano stupore per la loro originalit .
La mostra, che offre al visitatore oltre venticinque lavori, a cui fa da contrappunto la proiezione di un film-laboratorio realizzato per lo più negli spazi del PAN, è l’esito degli studisulla “poesia numerica”, intesa come atto creativo che si avvale dell’utilizzo di strumenti informatici, di sistemi della comunicazione digitale in vista della realizzazione di nuove ipotesi di linguaggio, di codici e di vocabolari. La “poesia numerica” prende corpo e consistenza proprio dall’etimologia del termine, in quanto “poiein” in greco significa “fare”, pertanto i software, i flussi di dati che vediamo in rete con pagine HTML, secondo Masucci, hanno una consistenza materica in quanto nascono dall’interazione tra il pensiero che diventa atto nel cliccare la tastiera del Pc e i numeri in numeri dei linguaggi in rete.
L’UOMO E GLI OGGETTI
In questa dimensione onirica e surreale, che mira a far emergere l’uomo da una realt che lo disorienta e lo spaventa alla ricerca di un quid che dia significato e corpo alla sua esistenza, non mancano gli oggetti, frutto di antiche prassi artistiche, quali tele dipinte, acquerelli, gouache su carta, sculture in legno, libri, che si connotano di una veste nuova alla luce delle continue sperimentazioni. Work in progress, quello di Ma succi, da rivisitare e rimaneggiare costantemente per il soddisfacimento di nuove esigenze emozionali e artistiche.
La comunicazione poetica diventa opera collettiva, dal momento che ogni utente di internet può comporre poesie numeriche accedendo al sito www.poesianumerica.net, instaurando, cos, un costante e prolifico dialogo con l’autore.
In questa linea, “Poema notturno rosso”, opera di poesia numerica, che nasce proprio dal rapporto dell’uomo con la macchina, risultato della collaborazione degli utenti della rete internet, tra cui l’ artista elettronica Caterina Davinio che ha curato i testi critici della mostra. Tra i lavori esposti,l’installazione “End”, una struttura imponente che coniuga materiali quali ghiaccio, ferro e forme che si fanno materia, come il video e la rete internet.
L’INQUINAMENTO
Anche in questo caso gli utenti della rete, attraverso il collegamento al sito www.endtv.net , potranno assistere in diretta internet allo scioglimento di una tonnellata di ghiaccio a forma di cubo di un metro di lato su cui sono state poggiate tre lettere in ferro che formano la parola “End”. Le tre lettere, che sono tridimensionali e saldate l’una all’altra, rappresentano ciò che resta dello scioglimento del ghiaccio e pertanto sono il simbolo della metafora dell’inquinamento che, giorno dopo giorno, logora e distrugge l’ecosistema.
Nell’allestimento espositivo campeggia in bella mostra “Keywords”, un testo “macchinico” che non risponde a una grammatica, n a una sintassi, ma risulta composto di parole che rimandano alla lingua italiana, ma non può essere definito un testo in lingua italiana. Le parole, in realt , appartengono al meta tag HTML per i motori di ricerca nel web. I termini presenti nel testo sono in italiano, in inglese, alcuni del tutto inventati e altri generati dalla finestra “trova e sostituisci” del software Word.
“Keywords” non è soltanto questo, ma anche un libro in copia unica, fabbricato da abili artigiani in pergamena e carta “Roma”, alla maniera settecentesca. E’, dunque, un’opera che si presenta antica nella sua veste materica e grafica, e al tempo stesso contemporanea nell’aspetto concettuale. L’attore Andrea Rossetti, che ha alle spalle diversi laboratori con Carmelo Bene, reciter oggi alcuni brani del poema negli spazi del Pan .
FILM/LABORATORI
L’allestimento espositivo prevede anche la presentazione del film-laboratorio “Ultimo taglio” nei giorni 3, 16, 17, 23, 24, 30aprile alle ore 18,30. Il lungometraggio è inteso come una forma d’arte in quanto montaggio della scrittura nella sceneggiatura e nella scenografia. Si tratta, dunque, di un video nel video, che ha visto la partecipazione di giovani promesse, spesso alla prima esperienza davanti alla macchina da presa, e che è stato girato da Masucci nel periodo tra marzo e aprile 2008 presso il Pan. Il film, le cui immagini sono proiezioni della coscienza e della memoria, narra la storia di un attore senza nome che con sforzo cerca di farsi crescere le ali per interpretare, in una rappresentazione senza titolo, la parte di un angelo di nome Hailbios. Hailbios è un nome parlante dal duplice significato che si richiama all’esperienza multimediale 6 « o è è á « s pt L libri n e d d d d pG 7 e E è H l è NO » OJ e
t n R pe K , in quanto il “bios” è il file vitale che mette in relazione l’hardware e il software.
Halbios è innamorato di Wiki, altro nome significante perch Wiki rimanda a Wikipedia, il progetto di enciclopedia multimediale che è anch’esso un open source , dunque un’opera collettiva. Il film, in un susseguirsi di avvenimenti che culminano in un sorprendente finale, in cui l’amore tra i due protagonisti fa s che vita e morte si sovrappongano per fondersi in un unico atto artistico. L’angelo Hailbios conduce il pubblico in un viaggio che si configura anche come percorso all’interno del concetto di montaggio. Non mancano i richiami a Pirandello per quanto concerne il dialogo/ conflitto tra autore, attore, personaggio e pubblico, rivisitato all’interno della realt laboratoriale creata abilmente dall’autore.
Lello Masucci
POESIA/ULTIMO TAGLIO
A cura di Mario Franco
Inaugurazione 3 aprile ore 18
Palazzo Roccella (Palazzo Arti Napoli), via dei Mille 60
Orari mostra 9,30-19,30; festivi 9,30-14. Chiusa marted
In alto, Lello Masucci. In basso, il lavoro "Le mie mani"