La legge Merlin 60 anni dopo. L’associazione culturale napoletana NarteA rievoca l’ultima notte dei bordelli, domani, sabato 22 settembre.  E lo fa al Club55 di via Toledo — strada un tempo affollata da queste case di prostituzione — con una speciale edizione dello spettacolo itinerante “Meretrices – Tra le pieghe dell’ipocrisia” (foto di Vittorio Sciosia), scritto e diretto da Febo Quercia. Interpreti: Marianita Carfora, Annalisa Direttore, Katia Tannoia, Peppe Romano, e il maestro Biagio Terracciano al pianoforte. La partenza del primo turno è prevista alle 19 (per un massimo di 30 persone). Prenotazione obbligatoria ai numeri 339 7020849 o 333 3152415. Il biglietto costa 12 euro.
Il 20 settembre 1958, a mezzanotte, entra in vigore in Italia la legge numero 75. Approvata il 20 febbraio dal Parlamento dopo dieci anni di iter legislativo, la legge stabilisce la chiusura delle case chiuse e porta la firma di una donna dal forte temperamento: Lina Merlin, maestra elementare, senatrice socialista, ex combattente partigiana, signora  determinata.
Lottò senza sosta per far approvare la sua legge. Non la fermarono le minacce di morte, e nonostante fu costretta a vivere un periodo di clandestinità, non abbandonò la battaglia. Dopo un decennio di lotta, riuscì nell’impresa. Alla mezzanotte del 20 settembre 1958, i erano bordelli furono chiusi e le “signorine” messe per strada.
Fu una notte di lacrime e tristezza. Davanti a molti lupanari si festeggiò, con falsi funerali, la morte della prostituzione di Stato, mentre all’interno i clienti abituali si godevano l’ultimo scorcio di un mondo che sarebbe durato solo fino alle 23.59. All’Igiea, vicino a Piazza Marina, a Palermo, suonarono addirittura i violini per salutare con eleganza le veneri. E la mattina del 20 settembre 1958, la caparbia senatrice  si fece fotografare mentre apriva le persiane di una casa chiusa, chiudendo così un’epoca.
A Napoli, molti luoghi antichi nascondono la storia partenopea della seduzione. NarteA condurrà il pubblico nella splendida cornice di un appartamento in un palazzo storico di fine ‘600, a lungo dimora dell’illustre famiglia dei Medici, e, tra quelle stanze, si animeranno storie e personaggi di una Napoli scabrosa e dimenticata. Mentre la questione riaprire le case chiuse o no continua a far discutere.

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