« Capodimonte ha tutte le potenzialità per diventare un vero Campus culturale multidisciplinare. Qui, in un contesto ambientale e botanico unico, ho scoperto una collezione d’arte di primissimo livello e tutti gli asset strategici per un ulteriore sviluppo del sito capaci di generare anche occupazione qualificata nel settore dei giardini storici, della digitalizzazione, dell’artigianato artistico che riprende la tradizione delle porcellane e perfino della gastronomia». Si è conclusa al Museo e Real Bosco di Capodimonte la visita di ieri del ministro della cultura Bonisoli dopo aver partecipato alla presentazione della mostra “Canova e l’Antico” al Museo archeologico nazionale di Napoli.
Accolto dal direttore Sylvain Bellenger e dal suo staff il ministro ha visitato la ricca collezione Farnese, cuore del Museo con ben undici tele di Tiziano e l’appartamento reale. Poi nel salone Camuccini la riunione di lavoro sul masterplan di Capodimonte, il grande progetto di trasformazione della Reggia-Museo in un campus culturale multidisciplinare che prevede un rilancio congiunto del Museo e del Bosco, nato come riserva di caccia reale e oggi custode di ben 400 specie vegetali diverse articolate in cinque ambiti botanici. In quest’area verde, il più importante parco urbano d’Italia frequentato ogni anno da 3 milioni di persone, ci sono 17 edifici di epoca borbonica.
Il piano di sviluppo prevede per ognuno di essi una specifica destinazione culturale (arte, architettura, digitalizzazione, fotografia, musica, cinema, scuola per il giardino storico, ristorazione a chilometro zero, convegni ed eventi).
Al ministro è stata illustrata la trasformazione di alcuni edifici: La Capraia già operativa da settembre 2018 come Centro studio per l’arte e l’architettura della città portuali in collaborazione con l’Edith ‘O Donnel Istitute e l’Università del Texas at Dallas, il Giardino Torre ultimo giardino produttivo di Capodimonte, frutteto reale, già assegnato con bando Invitalia per ristorazione e tutela della biodiversità, l’edificio Colletta in cui sorgerà una scuola di digitalizzazione per i beni culturali in collaborazione con l’Università degli studi di Napoli Federico II e l’Eremo dei Cappuccini destinato ad ospitare la prima scuola per il Giardino storico d’Italia.