Pittore per sempre. Anche a 500 anni dalla morte. Napoli lo celebra con la mostra al Museo di Capodimonte che si apre giovedì 10 giugno con il titolo Raffaello a Capodimonte: l’officina dell’artista a cura di Angela Cerasuolo e Andrea Zezza (conferenza stampa alle 11).
L’esposizione si propone di valorizzare il patrimonio raffaellesco del Museo, molto più ricco e vario di quanto si pensi. Il percorso di visita offre al pubblico le novità emerse dalla campagna di indagini diagnostiche avviata nel 2018, condotte grazie a importanti collaborazione istituzionali: i risultati permetteranno un approccio originale alle opere d’arte, al lavoro della bottega dell’artista e a quelle dei suoi seguaci, mettendo in luce il complesso lavoro che sta dietro la creazione di originali, multipli, copie, derivazioni.
La bellissima residenza borbonica conserva alcune opere autografe di grande rilevanza, che permettono di esemplificare i momenti principali della carriera dell’artista: L’Eterno e la Vergine, due frammenti della Pala di San Nicola da Tolentino (1500-1501) prima opera nota del diciassettenne Raffaello, dipinta per la chiesa di Sant’Agostino di Città di Castello, distrutta alla fine del Settecento, il Ritratto di Alessandro Farnese (1511 circa) il giovane cardinale che tanti anni dopo diventerà il potente papa Paolo III, il Mosé e il roveto ardente (1514) cartone preparatorio eseguito per l’affresco della volta della Stanza di Eliodoro in Vaticano, la Madonna del Divino Amore (1516-18, foto) dipinto tra i più ammirati dell’artista nel corso del Cinquecento, poi caduto nell’oblìo e sottratto solo recentemente, anche grazie ai rilievi scientifici e al restauro, alla sfortuna critica in cui era caduto nel Novecento.
C’è anche un’opera importante di Giulio Romano, il principale allievo di Raffaello, la Madonna della gatta (1518-1520 ca.?), eseguita seguendo un modello del maestro, e di cui le indagini diagnostiche aiutano a comprendere meglio tanto la complessa genesi esecutiva, quanto le cause dei problemi che ne hanno resa problematica la conservazione.
Le indagini diagnostiche che offrono base scientifica al progetto espositivo saranno discusse nel corso del convegno internazionale Raffaello 1520-2020, rinviato di un anno a causa della pandemia: da giovedì primo a sabato 4 luglio al Museo e Real Bosco di Capodimonte e all’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”.

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