Che ha fatto in tutti questi anni Iabo? Ha raccontato vita, ha fatto la storia tra opere di street art, dipinti e installazioni. È andato a letto presto. Tutto questo lo racconta nei mesi più freddi, a cavallo tra gennaio e marzo, in una mostra antologica 2003/2023 a cura di Annalisa Ferraro.
Un intero piano del Palazzo arti Napoli (PAN) a disposizione, pareti grandi quanto i suoi lavori monumentali, una sala video e centinaia di metri quadrati espositivi affinché Iabo possa narrarci i suoi ultimi venti anni di attività mettendo in luce ricerche, traguardi e accadimenti che hanno segnato il suo percorso artistico, la sua vita, la nostra vita.
Che cosa è successo in questi ultimi anni? Dove eravate quando sono crollate le torri gemelle? Quando un amico vi ha parlato di facebook eravate al bar a prendere un caffè o in fila al cinema per assistere al nuovo film di supereroi che in questi decenni si sono presi tutte le sale, il sonno e la fantasia?
Durante la pandemia come avete trascorso il tempo? Un periodo storico che resterà nella memoria di tutto il mondo eppure un momento che facilmente sembriamo aver dimenticato se non fosse per le cicatrici che ci portiamo dentro. Momento che Iabo attraverso una serie di dipinti, un progetto chiamato Pandemoniu, ha bloccato nel tempo risvegliando sensazioni ed emozioni che sono di tutti, che siamo stati insieme indifesi e impauriti, uguali nell’inaspettato.
Attraverso sette sale, Iabo racconta tutto questo in una narrazione fatta di immagini, colori sgarcianti che escono dalle tele, corridoi dipinti che accompagnano alle opere, tappeti rosa che ricordano le pubblicità degli anni 80, linee blu supereroi con stemmi sospesi in aria e pareti gialle capitalistiche, dove la gigantesca scritta coop gioca con l’icona Robocop.
Il Palazzo Roccella di via dei Mille, in arte Pan diventa una casa per i suoi lavori, parte dello studio di un artista che vuole accogliere i visitatori, gli amici, i collezionisti e gli artisti, accorsi numerosi all’inaugurazione per festeggiare un artista napoletano, senza rimorsi, come suggerisce lui stesso in una installazione, che ce l’ha fatta.
Iabo dimostra di saper dialogare con il suo pubblico, invitandoli tra un selfie e l’altro, tra una fotografia e un sorriso ad esplorare la propria creatività riproducendo le sue opere. Un artista che non ha paura di essere imitato ma che invece stimola le persone a entrare a far parte del suo mondo, portandosi a casa un kit per creare personalmente il proprio Iabo, da montare e assemblare in perfetto stile Ikea. E proprio del suo mondo si parlerà il 21 febbraio, sempre al Pan con l’evento nell’evento i Martedì Critici.
Al secondo piano nella sala conferenze il fondatore Alberto Dambruoso in compagnia della curatrice della mostra e storica collaboratrice si ritroveranno in un incontro per conoscere più a fondo il lavoro di Iabo.
Un lavoro che affronta attraverso un segno chiaro e sempre riconoscibile tutte le tematiche che nel corso di questi anni lui e noi ci siamo trovati ad affrontare come la questione lgbt, un possibile e auspicabile amore tra Batman e Robin, la politica e i festini o la religione come nell’opera Christal Ball.
In maniera sfrontata e ironica Iabo ci racconta del legame tra terrorismo e politica come nell’opera OSBAMA, nata dall’unione di Osama e Obama. Unioni impossibili o forse no. Morsi e rimorsi, come quello di Tyson, come l’orecchio incerottato di Van Gogh.
Nel gioco delle coppie si ritrovano il Führer e Wonder Woman, la monaca di Monza e Catwoman, niente più etichette, niente più convenzioni sociali, l’eros vince su tutto e abbatte ogni muro di genere.
Siamo tutti artisti, quelli presenti e quelli passati come negli omaggi a Banksy, Keith Haring, Picasso o Warhol.
Siamo Biancaneve avvelenati dalla mala mela dell’Apple, siamo tutti e non siamo nessuno senza distinzioni. Siamo un dripping di Pollock o un pallino colorato di Damien Hirst.
Nel magico mondo di Iabo non ci sono cardini o restrizioni, nessuna regola imposta dall’alto, non ci sono cancelli o lucchetti, né tanto meno chiavi, siamo tutti supereroi.
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Exhibition at the Pan/ We are all superheroes in the magical world of Iabo
What has Iabo been doing all these years? He has told life, made history between street art works, paintings and installations. He has gone to bed early. He tells all this in the colder months between January and March in an anthological exhibition 2003/2023 curated by Annalisa Ferraro.
An entire floor of the Naples Palace of Arts (PAN) at his disposal, walls as large as his monumental works, a video room and hundreds of square meters of exhibition space so that Iabo can narrate his last twenty years of activity by highlighting research, milestones and happenings that have marked his artistic journey, his life, our lives.
What has happened in these last years? Where were you when the twin towers collapsed? When a friend told you about facebook were you at the coffee shop having coffee or in line at the cinema to see the new superhero movie that has taken over all the theaters, sleep and imagination in recent decades?
During the pandemic how did you spend your time? A period in history that will remain in the memory of the entire world and yet a moment that we easily seem to have forgotten if it were not for the scars we carry within us. Moment that Iabo through a series of paintings, a project called Pandemoniu, has frozen in time by reawakening feelings and emotions that belong to everyone, that we were together helpless and afraid, equal in the unexpected.
Through seven rooms, Iabo recounts all this in a narrative made of images, peeling colors coming out of canvases, painted corridors accompanying the works, pink carpets reminiscent of 1980s advertisements, blue superhero lines with emblems suspended in the air, and yellow capitalist walls where the giant coop sign plays with the Robocop icon.
The Palazzo Roccella on Via dei Mille, alias Pan becomes a home for his works, part of an artist’s studio that wants to welcome visitors, friends, collectors and artists, who flocked to the opening in large numbers to celebrate a remorseless Neapolitan artist, as he suggests in an installation, who has made it.
Iabo proves that he knows how to have a dialogue with his public, inviting it between a selfie and another, between a photograph and a smile to explore ots own creativity by reproducing his works. An artist who is not afraid of being imitated but instead encourages people to become part of his world, taking home a kit to personally create their own Iabo, to be assembled and assembled in perfect Ikea style. And it is precisely his world that will be discussed on Feb. 21, also at the Pan with the event within the event Critical Tuesdays.
On the second floor in the conference room, Alberto Dambruoso and the exhibition’s curator will gather in a meeting to learn more about Iabo’s work.
A work that deals through a clear and always recognizable sign with all the themes that over the years he and we have been facing such as the lgbt issue, a possible and desirable love between Batman and Robin, politics and parties or religion as in the work Christal Ball.
In a cheeky and ironic way Iabo tells us about the link between terrorism and politics as in the work OSBAMA, born from the union of Osama and Obama. Impossible unions or maybe not. Bites and remorse, like Tyson’s, like Van Gogh’s waxed ear.
In the game of couples, the Führer and Wonder Woman, the nun of Monza and Catwoman are found, no more labels, no more social conventions, eros wins over everything and breaks down every gender wall.
We are all artists, those present and those past as in the homages to Banksy, Keith Haring, Picasso or Warhol.
We are Snow White poisoned by Apple’s bad apple, we are everyone and we are no one without distinction. We are a dripping by Pollock or a colored dot by Damien Hirst.
In the magical world of Iabo there are no hinges or restrictions, no rules imposed from above, there are no gates or padlocks or even keys, we are all superheroes.