Tre trittici per tre artisti britannici. In esposizione a Napoli “Three triptychs”. La mostra, a cura di Mario Codognato, visitabile dal 29 settembre al 12 novembre alla galleria d’arte contemporanea “Intragallery” (via Cavallerizza a Chiaia, 57). David Batchelor, Rachel Howard e Henrietta Labouchere, presenteranno tre variazioni sul tema della tradizione compositiva del trittico, mettendo a confronto generazioni e percorsi diversi, legati da un’interpretazione critica del medium pittorico, rivisitato in chiave architettonica e tridimensionale. L’inaugurazione è prevista per giovedì 29 settembre alle 19 alla presenza degli artisti.
«La simbologia del numero tre – spiega il curatore Codognato – è pressoché infinita e riscontrabile nei miti di tutte le civiltà, in tutte le latitudini. Tre è considerato il numero perfetto, in quanto espressione della Triade o Trinità, il simbolo spirituale della pianta che allunga i suoi rami (triforcazione) e i Pitagorici lo consideravano sacro perché permette di tracciare il triangolo, figura perfetta. Il Tre, prosegue, è il prodotto dell’unione tra l’Uno, il principio attivo e il Due, il grembo che accoglie la creazione. Possiamo definirlo il primo prodotto del pensiero che si moltiplica e si espande, racchiude in sé sia il concetto di unione sia quello di espansione».
Nel trittico di David Batchelor, vecchi light boxes che una volta pubblicizzavano negozi e ristoranti, ripuliti e montati in modo da formare delle installazioni verticali, catturano lo spettatore attraverso i colori che dagli stessi si riflettono contro la parete. Dal testo critico del curatore della mostra: «Il lavoro di Batchelor si focalizza sul rapporto con il colore generato dell’ambiente urbano e sottolineato da come lo vediamo e reagiamo alle sollecitazioni fisiche e psicologiche nell’era tecnologica in cui viviamo».
Potenzialità visiva e psicologica del colore anche nel trittico di Rachel Howard che alterna e accosta, senza ruoli e gerarchie, tre momenti della pittura contemporanea: figurazione, astrazione e la rappresentazione bidimensionale a parete di un oggetto tridimensionale, una stampella per vestiti che ironicamente richiama l’appendiabiti in metallo di Marcel Duchamp, il ready-made “Trap” (1917).
Tre pannelli ispirati ai tessuti e ai colori dei kosode (antesignani del kimono) e ai paraventi giapponesi del periodo Edo (1603-1868), per l’artista Henrietta Labouchere, esposti in sequenza crescente, allineati dal basso. Dodici colori, diversi strati di colla di coniglio, dipinti con le tonalità giuste, attraverso un sofisticato processo di levigatura, creano piccoli segni che sembrano cicatrici.
David Batchelor, classe 1955, vive e lavora a Londra. Famoso per la sua capacità di trasformare oggetti d’uso quotidiano in opere d’arte, ha realizzato importanti opere pubbliche tra cui un impianto di luce alto 10 metri alla stazione della metropolitana londinese di Archway.
Rachel Howard nasce a Easington in Inghilterra nel 1969. Dopo la laurea al Goldsmiths College di Londra nel 1991, ha ricevuto diversi premi tra cui il “British Council Award” nel 2008.
Henrietta Labouchere vive e lavora a Norfolk (Regno Unito). Insieme a Howard, fa parte di quel gruppo di artisti internazionali protagonisti del progetto “Sette Opere per la Misericordia. IV edizione” (2016), le cui opere hanno trovato casa accanto ai capolavori di Caravaggio, Battistello Caracciolo e Luca Giordano, al Pio Monte della Misericordia (via dei Tribunali, 253).
Per saperne di più
Intragallery
via Cavallerizza a Chiaia, 57 (interno cortile) Napoli
orari
dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 20 e su appuntamento, il sabato dalle 10 alle 13
Tel. 081415702
www.intragallery.it
info@intragallery.it
Nella foto, Naples Triptychs di David Butchelor, disegni su carta