«Ci sono testi teatrali che catturano: se li leggi non te li scordi più, se li interpreti restano attaccati a te nel tempo. Non li scegli, ti scelgono, hanno la potenza del tuono che rimbomba e lascia un’eco lunghissima che mette in fuga le nuvole».
Gli scritti cui allude l’attrice Gea Martire (foto) sono quelli che proporrà lunedì 28 aprile nelle “Letture drammatizzate da testi di Ruggero Cappuccio”, nuovo appuntamento degli “Incontri sul dialetto”, il progetto curato dal Comitato scientifico per la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio linguistico napoletano, istituito dalla Regione Campania, e organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival.
Ingresso libero per l’iniziativa che si terrà alle 16 nella Sala Comencini del Musap- Museo Artistico Politecnico di Napoli in piazza Trieste e Trento (palazzo Zapata): il reading ruota intorno a quattro delle opere più famose del drammaturgo napoletano: “Shakespea Re di Napoli”, “Il sorriso di San Giovanni”, la riscrittura di “Edipo a Colono” e “Spaccanapoli Times”.
E l’attrice aggiunge: «Il primo è un tuono lacerante. Impossibile leggere senza perdersi nelle sue pagine, dove sottobraccio passeggiano Basile e Shakespeare …due letterature, due lingue, due stupende architetture espressive, l’inglese elisabettiano e il barocco napoletano, hanno preso a lanciarsi una sfida di suoni che pare l’agone di due sirene ferite a morte…».
Immemorabile anche “Il sorriso di San Giovanni” che ha interpretato nel 1997: e da allora non mi ha più lasciata la sospensione di un’immaginaria Vallemarosa che, dall’alto di una collina, si allunga verso un cielo lunare dove spuntano luminosissime stelle a rischiarare i dieci personaggi e dove ogni battuta sta a dimostrare come il teatro diventa poesia. La riscrittura di “Edipo a Colono” contiene un gioiello che non posso perdere l’occasione di “indossare”: un monologo di Antigone, custodito negli endecasillabi e settenari di un testo inondato di siciliano. “Spaccanapoli Times” l’ho scelto, infine, perché quello che amo di più della scrittura di Cappuccio è la capacità straordinaria di infilare spesso nei toni lirici, amari, densi di lucido spirito analitico, anche l’irriverenza di uno sberleffo, l’innocenza di una burla. Sono certa che chiudere l’incontro con un momento di divertimento a Ruggero farà piacere».
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