Metro&thecity. E’ la mostra che si è inaugurata al Museo archeologico nazionale di Napoli fino al prossimo 31 dicembre (foto). Una collaborazione tra il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la Metropolitana di Napoli e Ansaldo STS per raccontare la storia partenopea e i suoi cambiamenti, legati a quella che oggi è la più grande opera pubblica in città.
Una mostra per raccontare come è cambiata la città con gli interventi architettonici realizzati per le stazioni della metropolitana. Innovazioni che hanno trasformato luoghi anonimi o degradati in nuove bellezze e che, a volte, hanno fatto riemergere un patrimonio importante che si va ad aggiungere a ventisei secoli di storia della città.
Le stazioni della metropolitana interessano luoghi che, pur stratificati, restano legati a un momento storico prevalente testimoniato dall’aspetto che ancora conservano; oppure da ritrovamenti di particolare importanza che, occultati dalle successive trasformazioni, sono venuti in luce nel corso degli scavi.
Così, le stazioni Garibaldi, Duomo e Università sono legate alla Città borghese, che trova la sua espressione più compiuta nell’intervento del Risanamento; Toledo e Municipio, ricche di stratificazioni, alla Città vicereale, ancora determinante per l’attuale impianto urbano; Chiaia, Mirelli, San Pasquale, allo sviluppo della città ad occidente; Mergellina, Lala, Viale Augusto, Piazzale Tecchio, di carattere essenzialmente urbanistico, all’ulteriore prolungamento a occidente, a cavallo di Fuorigrotta; Tribunale e Poggioreale, Centro Direzionale, Capodichino, al versante orientale; Museo e Dante, Materdei e Salvator Rosa, Quattro Giornate e Vanvitelli, all’espansione dell’abitato lungo le colline, partendo dal centro storico.