Cosa c’è oltre l’orizzonte? Forse l’infinito? Se l’orizzonte rappresenta il limite del nostro pensiero, allora gli artisti e la loro arte sapranno percepire un po’ di infinito e apriranno le porte della nostra mente per condurci oltre l’orizzonte. Esiste da quasi nove anni il Premio ” Oltre l’Orizzonte “, promosso dall’Associazione Ex Allievi San Pietro a Majella, e come dice il Maestro Elio Lupi, direttore artistico dell’Associazione ” si tratta di un riconoscimento indirizzato a chi nella vita professionale dedica, con passione e impegno civile, le proprie energie, all’arte, alla cultura, alla musica”.
Incontro il Maestro Lupi
Maestro , quando era ancora molto piccolo ha scoperto la vocazione per la musica e per il violoncello. Quale emozione provò Elio bambino ascoltando la musica?
La mia fu un’esperienza extracorporea la musica mi mise in contatto con qualcosa di incomprensibile, di superiore.
Ancora piccolo andava volentieri ai concerti nella Sala Scarlatti del Conservatorio San Pietro a Majella ed a uno di questi rimase colpito dal violoncello, dalla sua forma, dal timbro e dalla voce corposa che lei ha descritto come ” umana “. Ci può spiegare meglio?
Quando ascoltiamo una persona parlare non prestiamo solo attenzione all’argomento, ma rimaniamo volentieri ad ascoltarla se ha un bel timbro di voce. Ecco, il violoncello ha un timbro rassicurante, profondo e suadente e mi fa pensare alla voce di un amico.
Il violoncello è strettamente legato alla musica classica, ma a partire dagli anni novanta viene utilizzato anche per la musica pop, rock e heavy metal, cosa ne pensa?
Devo partire da una distinzione sostanziale, la musica può essere buona o cattiva. Quando si fa buona musica tutti gli strumenti possono essere utilizzati. Prima degli anni novanta e precisamente nel ’74 Edoardo Bennato sperimentò la musica rock formando una piccola orchestra con alcuni musicisti del Conservatorio San Pietro a Majella. Nell’Orchestra c’erano i corni, i fagotti, c’era l’oboe ed io ne facevo parte suonando il violoncello. Era buona musica.
Un ricordo del suo Maestro, Salvatore Altobelli, con il quale ha conseguito il diploma al Conservatorio San Pietro a Majella.
Il Maestro Altobelli è stato uno dei più noti violoncellisti napoletani. E’ stato primo violoncello presso l’Orchestra del Teatro San Carlo e fino al 1983 Docente del Conservatorio di Napoli. E’ stato un gigante sotto il profilo umano e professionale. Maria Mosca, Laura De Fusco, Michele Campanella, Antonio Colonna,ed io solo per citarne alcuni, siamo stati suoi allievi. E’ stato un padre per me.
Una svolta nel suo percorso formativo ed umano è avvenuta durante il perfezionamento alla Scuola Musicale di Fiesole. L ha avuto modo di frequentare solisti affermati e nasce il lei una nuova consapevolezza, quale?
A Fiesole sono stato a contatto con professionisti del calibro di Franco Ferrara, Piero Farulli, Francesco Petracchi, ho vissuto lontano da Napoli, ci dal mio ambiente, e ho capito che per farsi spazio bisogna essere agguerriti.
Dopo varie esperienze lavorative, come la registrazione di musiche per la RAI e la TV, le incisioni discografiche di musica contemporanea per la EMI, approda nel 1981 all’insegnamento. Perch questa scelta?
Nel mondo dell’insegnamento si sviluppa una continua crescita reciproca tra maestro e allievi, questa è stata la molla.
Dal 1981 insegna quindi al Conservatorio di Napoli, oggi ha una classe con dieci elementi. Cosa le piace di più dei giovani di oggi?
I giovani di oggi sono molto smaliziati e quelli più dotati hanno le idee chiare, sanno cosa vogliono e come raggiungerlo.
Nel 700 Napoli era la capitale della musica e aveva quattro Conservatori. Nonostante il bagaglio prestigioso, oggi non riusciamo neanche ad avere un’Orchestra Regionale della Campania. Secondo lei perch?
Credo che la classe politica non è sufficientemente preparata ad affrontare questo argomento. Sono stati fatti dei tentativi per riqualificare la musica napoletana e spesi anche molti soldi, ma con nessun risultato soddisfacente. Eppure mi viene in mente l’esperienza del Maestro Riccardo Muti, napoletano, il quale ha impiegato dieci anni di intenso lavoro per dare un suono proprio all’Orchestra della Scala. Infatti negli anni in cui è stato Direttore Principale ( 1987-2005 )ha contribuito alla crescita e alla definizione dell’ Orchestra Filarmonica della Scala. Perch noi non ci siamo riusciti ? Oggi, a Napoli, degna di nota è la Nuova Orchestra Scarlatti, fondata, a seguito dello scioglimento dell’Orchestra Scarlatti della RAI di Napoli (1992 ), dal Maestro Gaetano Russo che dal 1996 è anche direttore artistico della stessa. Napoli, lo sappiamo tutti, non si prende cura dei suoi talenti. Quanti di noi conoscono il compositore e direttore d’orchestra Francesco d’Avalos? Il Principe d’Avalos a seguito di un’autentica vocazione musicale si diplomò in Composizione al Conservatorio San Pietro a Majella e ancora giovanissimo 6 è« « o è á « s pt B L libri n e B link B B d d B d d « B pG B B «7 B e « B E B B èMODE B H l è NO è B B» OJ B e
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B B» E WHERE USING B B B » RLIKE RESET B eNULL B SHARE B SLAVE r B P SIGN MID pt koi8u B B B B RTRIM eROWS p B tx x ïï x x x iniziò a scrivere musica. Per capire di chi e di che cosa stiamo parlando vi invito ad ascoltare il suo ” Maria di Venosa “, dramma musicale per orchestra, solisti e coro. E’ un grande compositore vivente, ma Napoli non lo celebra … La nostra musica costituisce un patrimonio culturale immateriale strettamente legato alla nostra storia e tradizione, un fattore di identit che rappresenta anche una caratteristica riconoscibile dell’Italia fuori d’ Italia e i nostri politici non riescono a dargli la giusta dignit .
Lei ha affermato che la musica ha una grande funzione civile, ci spiega perch?
Fare musica insegna a rispettare l’altro. Le competenze trasversali di ascolto, collaborazione, tolleranza, dialogo e confronto sono indispensabili nella musica, si impara a condividere ed è questo che dovremmo fare nella nostra societ .
Lei è direttore artistico dell’Associazione ” Ex Allievi San Pietro a Majella ” che è una consolidata realt nel panorama musicale e artistico partenopeo, quest’anno la XIII edizione, avr le solite location prestigiose ( Osservatorio Astronomico, Biblioteca Nazionale, Auditorium RAI, Auditorium Donnaromta ), perch non portare l’evento anche in una realt più degradata?
Mi sembrerebbe fare pubblicit all’evento approfittando di quelle tristi realt . Mi piacerebbe piuttosto creare i presupposti per far arrivare persone che possano godere di arte e luoghi che sono lontani dalla realt dei quartieri degradati per sollecitare in loro il riscatto sociale.
Maestro Lupi, a cosa serve il silenzio?
Il silenzio favorisce l’ascolto esterno e interiore. Gli strumenti musicali nascono dall’imitazione di ciò che l’uomo ascoltava dalla natura che lo circondava. Bastava pizzicare o sfregare una corda, percuotere una pelle o soffiare aria in tubi di legno o di metallo e si riusciva a generare suoni. Io amo stare da solo ed in silenzio perch entro in contatto con me stesso e metto al sicuro i pensieri.
Considero il Maestro Lupi un esempio positivo di impegno sociale, egli attraverso la musica promuove la creativit napoletana lontana dai soliti stereotipi.
Nelle foto, in alto e in homepage, Elio Lupi