Entriamo puntuali al museo Nitsch, siamo in parecchi, mentre una frotta di giovani, cinesi e cinesine, ne escono sembra un cambio della guardia. Alcuni di noi si sono fermati a fotografare la citt antica dal terrazzo davanti l’ingresso. Da qui se ne vedono i tetti, tutti d’infilata, uno dietro l’altro, tutt’intorno il Nitsch vi è affondato dentro. Ci siamo arrivati attraversando vicoli e vicoletti, proprio quelli caratteristici del centro storico napoletano, tra gli antichi bei palazzi fatiscenti e le chiese monumentali chiuse e abbandonate. E tra i “bassi”, le abitazioni a pianterreno, che hanno le sante edicole votive fuori e dentro tanti morti (in fotografia).
Ora un “basso” ci ha mostrato anche le luci di lumini cinesi, accesi per la preghiera buddista degli srilankesi. Qui, in questo napoletanissimo luogo, c’è tutto un mondo, il presente e la sua storia.Ma, via via che ci siamo avvicinati al museo, i vicoli trasandati e sporchi diventavano puliti, privi di buche, risistemati in un resting intelligente, rispettoso degli abitanti, elegante e discreto.Il Museo Nitsch è a via Pontecorvo 29/d, vicino alla più nota via Salvator Rosa, proprio il luogo frequentato da ragazzo dal pittore e letterato (1615/1673) che qui è nato.
Sono le diciotto , quando entriamo al Nitsch per assistere all’incontro-dibattito La Rvolte contre la Posie, una sorta di ripensamento della WLK Wunder Litterature Kammer, la terza sezione del progetto che l’artista Domenico Mennillo ha realizzato insieme alla Fondazione Morra.Gi abbiamo riferito della visita a questa Wunder Kammer ovvero Camera della Meraviglie di Mennillo, una sorta di archivio visuale che accomuna oggetti simbolici di un comune passato e li confonde con ricordi personali, stimolando suggestioni coinvolgenti.
Ora il primo a parlarne è il professore dell’Universit Orientale napoletana Iain Chambers, che si ferma appunto su questi accostamenti, rievocazioni discontinue, con tagli nella memoria, tagli nella storia di un passato che si accumula disordinatamente. Tanto diversa è invece la storia istituzionale, lineare, ma fredda e, in sostanza, falsa. Napoli, dice, è uno spazio in trasformazione, in cui il passato non è mai cancellato. Cos, per ricordare un musicista che gli è stato caro, ci fa ascoltare un brano della sua musica da un registratore un po’ gracchiante.
Non diversamente Tiziana Terranova, sua collega dell’Orientale, giudica la storia ufficiale. Considera criticamente la sua linearit e indugia sull’idea di un tempo discontinuo e sul rapporto tra informazione e comunicazione. Si può riportare obiettivamente un fatto e lo si può recepire cos come viene raccontato? Soprattutto nella comunicazione del passato, giustamente osserva la professoressa, c’è una relazione complessa tra l’oggetto, l’io comunicante e l’io ricevente. Nel trattare questo argomento, Terranova usa un discorso fratto, poetico, suggestivo. Tanto che Domenico Mennillo definisce l’intervento dei due professori una sorta di performance singole. Interventi performativi.
Interessante è l’intervento di Mauro Giancaspro, brillante scrittore e saggista, gi direttore della Biblioteca Nazionale napoletana, che usa una prosa succosa e precisa. Dice di considerarsi, rispetto ai relatori presenti, un tradizionalista, sebbene sia stato un sessantottino e ricorda anche altri rivoluzionari, i futuristi, che, con l’intenzione di distruggere il passato, contro un romanticismo d’accatto, dissero “Uccidiamo il chiaro di luna”. E cos non fu. Giancaspro, dotato di una memoria prodigiosa, potrebbe definirsi uno straordinario archivio vivente. Profondo conoscitore della scienza archivistica, ci dice dell’importanza delle raccolte documentarie e indugia sulla bellezza del libro cartaceo. Ricorda, da storico, gli studioli rinascimentali, una sorta di camere delle meraviglie, e riferisce che, con l’invenzione della stampa, si pensò che si sarebbe potuto rapidamente annotare la storia e scrivere tutto il sapere. Cosa che si credette compiuta, mi sembra di poter dire, con l’Enciclopèdie un’illusione razionalista. Presidente dell’associazione amici della biblioteca dei Girolamini, Giancaspro ci invita a partecipare luned 25 gennaio alle 18, nel foyer del teatro Augusteo (nella piazzetta omonima in via Toledo) a un incontro, con un appello che riportiamo in calce.
Infine le artiste Alessandra Cianelli e Beatrice Ferrara mostrano un filmato che si presenta con titoli di un film di cassetta, girato con attori famosi in anni trascorsi, ma che poi invece mostra giornali e scene di guerra e di deportazioni, per concludersi con le riprese di uno zoo e la vista di un manifesto, “comportatevi bene, gli animali vi guardano” un insieme di brani di vita tra loro inconcludenti. Sembra un tentativo di cacciar via la ragione, lineare o analogica che sia.
L’appello per la rinascita di un patrimonio
Luned 25 gennaio tutti al foyer dell’ Augusteo alle 18 con l’associazione amici della biblioteca dei Girolamini perdare impulso alla rinascita di una biblioteca vittima di uno scempiorealizzato in soli dieci mesi dal giugno 2011 all’ aprile 2012 .
Dal lontano aprile del 2012 a oggi migliaia di opere sottratte sono state recuperate grazie all’attivit della Procura della Repubblica di Napoli e dei Carabinieri del Nucleo di Tutela del Patrimonio, attivit che tutt’ora continua pur nelle difficolt derivanti dall’assenza di inventari del patrimonio preesistente .
La biblioteca dei Girolamini, una delle più prestigiose al mondo per la monumentalit e per le collezioni di manoscritti e opere a stampa che possiede, oggi va restituita alla citt , agli studiosi e a quanti l’11 ottobre scorso hanno fatto ore di fila per poterla anche solo ammirare .
L’associazione è nata in sintonia con la direzione generale delle Biblioteche che ha voluto l’apertura straordinaria della “Domenica di carta” per mantenere vivo, oltre l’11 ottobre, l’interesse della citt per un patrimonio comune troppo a lungo dimenticato.
obiettivo dell’associazione sensibilizzare e stimolare l’interventodi tutti quanti condividono l’amore per i libri, per la cultura e per la nostra citt attraverso una sottoscrizioneper il restauro delle più preziose opere mutilate dagli autori dello scempio.
Contiamo pertanto di proporre una raccolta di fondi per il restauro delle più importanti opere danneggiate, contribuendo cos attivamente come napoletani agli interventi programmati dall’amministrazione per la riapertura della biblioteca in previsione della conclusione delle indagini da parte della Magistratura Il 2016 dovr e potr essere con il contributo di tutti noi l’anno della rinascita della Biblioteca