Riequilibrare e rendere visibile il talento delle donne nelle strade delle città, Napoli in prima linea, con l‘approvazione del nuovo ‘‘Regolamento per la toponomastica cittadina‘‘. Sabato 1 aprile 2017 alle 9,30 su via Posillipo, lato mare (altezza civico 44), nei pressi di piazza San Luigi, si terrà la cerimonia di intitolazione del Belvedere ‘‘Lina Mangiacapre, artista femminista‘‘.
Alla manifestazione, proposta dall’Associazione ‘‘Le Tre Ghinee/Nemesiache‘‘ fondata da Lina stessa, saranno presenti il sindaco e l‘Assessore alla Cultura del Comune di Napoli. Lo stesso giorno alle 17,30 alla galleria Al Blu di Prussia in via Filangieri 42, avrà luogo la proiezione del film “Lina Mangiacapre, artista del femminismo” di Nadia Pizzuti.
Intitolare il belevedere all’ artista vuole rendere omaggio alle donne, che sin dalle rivoluzioni del 900 con il loro coraggio hanno cambiato il modo di pensare di ieri e di oggi.
«La trasformazione del presente passa nel sapere e nel vissuto delle donne, di quei movimenti femministi e di quelle donne, come le “Nemesiache”, come Lina Mangiacapre , che hanno messo a disposizione il loro genio per una trasformazione radicale delle soggettività di oggi e di domani, a partire dalle radici, dalla storia di ieri e dalla sua re-interpretazione» spiega Francesco Ruotolo, a cui va il merito di aver proposto l’intestazione del Belvedere a Lina/Nemesi .
Una “consacrazione toponomastica” che punta a riconoscere l’ importantissima realtà storica e culturale del femminismo a Napoli, resa possibile grazie anche all’impegno di Giuliana Cacciapuoti, referente per la Campania di Toponomastica femminile.
Lina Mangiacapre ha amato Napoli profondamente, e le ha dedicato la maggior parte delle sue opere, dalle complesse analisi politiche e filosofiche, a film girati a Capri. Lungo il suo percorso si è trovata a sperimentare tutte le forme di arte, la fotografia, la pittura, la poesia, utilizzando ognuna di queste come arma per lottare in favore dei diritti delle donne, e lasciandoci un vasto patrimonio culturale.
Nasce a Napoli nel 46, e vive i suoi studi unversitari nel 68, epoca in cui le vecchie strutture di pensiero iniziano a crollare, e la sua naturale inclinazione al rifiuto degli schemi viene favorita. Ma sopratutto in quest’epoca nasce la sua passione per la filosofia.
L’artista racconta in un’intervista: «Fuggire dall’Università, andare a Mergellina e fare filosofia con i pescatori e i camerieri dei bar che mi chiamavano Socrate. Appena arrivavo si radunavano attorno a me, cominciavano a parlare di questioni filosofiche. Questo è il mio ’68, eliminare caste e rigidità, che ancora c’erano tra gl’intellettuali e la gente che lavorava: operai, artigiani e là ho trovato la mia passione filosofica. Ogni giorno si partiva dal concreto, dal particolare e si arrivava all’universale».
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Nella foto, Lina Mangiacapre (a sinistra), un’artista che ha lasciato un segno importante nella storia delle donne e non solo a Napoli