Il sostantivo "artista" è ormai caduto in disuso, smarrito. Viene usato per il chirurgo dal tocco perfetto, per l’astuto Arsenio Lupin, per l’imprevedibile Valentino Rossi o per Umberto Eco. L’arte diversifica non oggettivizza, non discrimina, ma autosantifica, desertifica, ma illumina.
L’arte raramente educa, forse qualche volta, ma di norma divide, corrompe, spacca.
A Napoli l’antica via di San Biagio dei Librai, che deve il suo nome alla corporazione dei librai, tra cui il padre di Gianbattista Vico, è la strada che divide la citt vecchia. I napoletani, secondo la tradizione e con la solita arguzia, la chiamano da sempre Spaccanapoli.
Napoli, in questi anni citt d’arte porosa, vive uno dei suoi peggiori momenti culturali. Napoli è spaccata.
Ed è in questo spacco che si inserisce la nuova iniziativa di Vittorio Lucariello, colonna portante del teatro e della cultura a Napoli (fin dagli anni ’70) e anima di "Spazio Libero", fondato nel 1974.
Oggi, tra programmazione abituale, rassegne locali, festival nazionali, non si riscontra nessun segno di novit come invece accadeva in passato, all’epoca ormai remota del Living, di Ronconi, di Strebler, di Visconti, di Grotowsky, di Kantor. Ai tempi delle contaminazioni tra teatro e danza con Pina Bausch, tra teatro e musica con Cage, tra teatro e poesia con Carmelo Bene, senza parlare delle fantastiche produzioni del geniale Rob Wison che presentava dieci spettacoli in sette anni, tutti di risonanza internazionale.
Su questa scia si immette la rassegna "Spaccanapoli. In modo tale che cultura e spettacolo raggiungano una loro indipendenza, una loro produttivit legata all’informazione, alla mutazione dei tempi, a una nuova ricerca di energia e vitalit collegata alla velocit di sentirsi, vedersi, confrontarsi elettricamente per una svolta elettrica.
Al grido di: "Le divisioni non rovinano solo i napoletani", questo il programma in scena al teatro "Spazio Libero" (via del P.co Margherita, 28/b a Napoli):
dal 20 al 24 ottobre, "Imprenditori di sogni". Dal 28 al 31 ottobre "E’ permesso posso entrare?, testo e regia di Amedeo Ambrosino. Dal 3 al 7 novembre
"Occhi privati e vizi pubblici", regia di Vittorio Adinolfi. Dall’11 al 14 novembre "Di strano in peggio", testo e regia di Antonio Lepre. Dal 16 al 21 novembre "Piano con le parole", testo e regia di Gino Grossi. Dall’1 al 5 dicembre "Di colore blu – Il movente creativo", regia di Luisa Corcione. Dal 9 al 12 dicembre "CARLUCCIO" di Pasquale Ferro. Dal 16 al 19 dicembre "L’amico di pap " di Scarpetta, adattamento e regia di Antonio Lepre. Dal 22 dicembre "Sotto il cielo del sud" e 27 dicembre "La gabbia", entrambi per la regia di Claudia Balsamo.
Per info 081402712
www.spazioliberoteatro.it
Nella foto, la locandina della rassegna