L’associazione culturale NarteA non è un’associazione qualunque. Non è un’associazione qualunque perch attraverso un atto di consapevole follia ha deciso di recidere con un taglio netto il nodo gordiano che sembra legare indissolubilmente l’iniziativa napoletana all’appetitoso incentivo del finanziamento. Come funghi le associazioni proliferano in prossimit del rassicurante “sottobosco” di Maggio dei Monumenti, assicurandosi soldi che in quel periodo come non mai scendono a pioggia sull’avido terreno, prima di dileguarsi nel nulla senza lasciar traccia. NarteA rappresenta un’eccezione nell’ambito di un panorama culturale napoletano in fermento durante i giorni di maggio e che si assopisce in attesa di una nuova primavera.
Le iniziative proposte dall’associazione, attiva da quasi tre anni e guidata con caparbiet e classe dalla giovanissima Erika Quercia, mirano a ridestare la citt dormiente. Il format delle visite guidate teatralizzate, raffinato connubio tra arte e spettacolo, ideato dal direttore artistico Febo Quercia, rispecchia perfettamente la logica secondo cui Napoli debba essere raccontata attraverso la sua storia ricostruita con perizia filologica e resa attuale dall’intervento di quei personaggi che l’hanno vissuta in prima persona. La teatralizzazione diventa il caleidoscopio attraverso cui riunire tutte le immagini che Napoli offre di s.
Ed è proprio la teatralizzazione, accompagnata da una grande attenzione per i fatti storici, tipica del modus operandi dell’associazione, il motore della cena a tema borbonico allestita da NarteA nei locali del “Turco Napoletano” in via Pianell, 1, nei pressi del Corso Malta. Alla serata è affidato il delicato compito di dipanare 126 anni della capitale del Regno delle due Sicilie.
La tavola, le pietanze accuratamente scelte dalla tradizione culinaria di corte rappresentano lo spunto per un viaggio nel tempo, nei colori di quegli anni. Dal rosso acceso di Ferdinando IV, focoso re Nasone, ospite della serata, all’argentea, rigorosa consorte Maria Carolina, passando per l’eroina triste del 1799, Eleonora Pimentel Fonseca e il brigante Carmine Crocco, estremi di una dinastia, il bianco e il nero dell’ epopea reale. Il filo della narrazione lentamente tesse una trama in cui è impossibile non rintracciare la memoria, l’identit passata e presente dei napoletani.
La musica di corte di Paesiello e i temi più popolari, quelli prediletti dal “re lazzarone” come il Canto dei Sanfedisti, La Procidana e il Guarracino, scanditi dal suono di arpe, chitarre, fiati, arpe, mandolini, scetavajasse, tammorre, triccabballacche e putipù si presta a colonna sonora di una storia sempre più personale. Il passato ricostruisce il presente. L’emozione tra i commensali coinvolti dalle battute os di Ferdinando e dal ritmo vorticoso dei canti è palpabile.
A fine serata approfitto per chiacchierare con Erika, Mariano Penza, vicepresidente dell’associazione, Febo autore degli splendidi testi ascoltati ed eseguiti magistralmente dagli attori Antimo Casertano, Antonio Perna, Giovanna Marziano e dai musicisti Pasquale Benincasa e Gianluca Roviniello. Entusiasti dell’esito della serata, anticipano le prossime iniziative in calendario. Dal 5 all’8 dicembre NarteA in collaborazione con Progetto Museo proporr la visita guidata teatralizzata “Le anime Pezzentelle” un excursus nel culto delle anime del purgatorio tra sacro e profano, un viaggio nella splendida chiesa barocca di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, dai fasti delle decorazioni seicentesche all’incontro con Lucia la sposa bambina morta prematuramente ed oggi al centro di una fortissima devozione personale.
Altri appuntamenti bollono in pentola. Probabilmente l’associazione riproporr a dicembre la “discesa dantesca” nel ventre della citt . Da diversi anni, infatti, in una cavit sotterranea alle spalle di piazza Cavour, intatta testimonianza dell’acquedotto greco della bolla, “riconvertita” a rifugio anti-aereo durante la seconda guerra mondiale, i ragazzi di NarteA realizzano un affresco secolare di Napoli da colonia greca a magnifica protagonista delle 4 giornate attraverso il racconto sapiente di una guida e l’apparizione di personaggi storici e leggendari, tra cui il Munaciello e Maria d’Avalos.
Tanta grazia Sant’Antonio… Mi viene da esclamare proprio mentre Erika e Febo mi prendono sottobraccio e mi rilasciano una confidenza. Se tutto va bene a Natale il banchetto reale alla corte dei Borbone dovrebbe essere ospitato da un importante sito reale. Intuisco la trepidazione e la speranza dei due ragazzi e riconoscendo la loro passione e devozione nei confronti di questa citt bellissima e disgraziata, osannata e calunniata, mi auguro che il loro messaggio possa essere recepito da tutti e che tutti facciano la loro parte affinch Napoli si trasformi da luogo dalle mille potenzialit , a magnifica, rigogliosa esplosione di vita.
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