Le avventure di un uomo che arresta malavitosi e legge Proust. “Nin Santagata commissario per caso” (Kairòs Edizioni, pagg. 108, euro 14) è l’ultimo libro di Luciano Scateni, giornalista e scrittore napoletano. Il volume è pubblicato nella collana di giallo e noir “Maigret” della casa editrice napoletana e sar presentato mercoled 16 dicembre alle ore 18.30 presso la libreria Treves in piazza del Plebiscito n. 11/12. All’incontro sar presente l’autore e interverrannoAntonio Filippetti e Donatella Gallone, con la moderazione di Maurizio Vitiello e le letture di Mariarosaria Riccio.
Un triplice omicidio particolarmente efferato, una carneficina dai contorni poco chiari sia per il movente che per la dinamica, il mistero di un pezzo di carta ritrovato tra le mani di una delle vittime. Da questi elementi il commissario Santagata avvia la sua indagine, aiutato dal fedele poliziotto Carmine Costagliola e dall’intuito che lo ha sempre guidato nei lunghi anni trascorsi all’interno del commissariato partenopeo.
Sullo sfondo, Napoli con le sue strade e piazze: una citt radiografata attraverso riflessioni storiche e considerazioni sulla realt odierna, un luogo dove “ondate di umanit si intersecano, provenendo da mille direzioni e per infinite ragioni”.
Il carattere ribelle e anticonformista del commissario, il suo rapporto conflittuale con i vertici della polizia ne fanno un personaggio istintivo, abituato a lavorare sul campo a contatto con la “platea dei dannati” che affollano i vicoli delle zone popolari della citt .
Nell’esistenza squinternata di Nin Santagata, le notti trascorse nella mansarda sopra Posillipo della bella professoressa Patrizia sono attimi di pura magia, piccole sospensioni temporali di una quotidiana lotta contro le ingiustizie sociali e la violenza dura e mai doma.
La struttura del romanzo giallo è un espediente narrativo che cela obiettivi di indagine sociale, come spiega Luciano Scateni nell’intervista. L’ambientazione napoletana avvolge la trama e conquista poi il centro del racconto, con il suo dedalo di strade e il crogiuolo di personaggi e varia umanit alla ricerca disperata di un sistema per sopravvivere.
Nelle pagine del libro, tante piccole storie parallele trovano un legame nella figura del corpulento protagonista, commissario tuttofare incaricato di risolvere i casi più delicati e controversi. Lo stile investigato di Santagata è ispirato all’indulgenza verso i reati generati dall’emarginazione e dall’ingiustizia di classe, quelli che vedono protagonisti gli esclusi e i diversi. Il malessere sociale, le periferie senza futuro e le povert estreme rubano la scena e diventano l’elemento prevalente nella riflessione del libro.
Seppure pubblicato in una collana di gialli e noir, “Nin Santagata” appare un testo lontano dal modello del romanzo di genere: l’urgenza di raccontare le mille contraddizioni di Napoli, le sue povert quotidiane e ataviche, suggerisce all’autore di prendere le distanze dallo sviluppo di una trama rispondente ai canoni classici della letteratura gialla.
Gli eterni problemi della citt sotto il Vesuvio prevalgono sulla narrazione di storie avulse da riferimenti di carattere sociale: oggi pare molto difficile raccontare Napoli senza confrontarsi con le sue miserie.
Di seguito l’intervista all’autore
Scateni nel labirinto napoletano
Luciano Scateni è giornalista professionista dal 1976, è stato tra i fondatori del periodico “La Voce della Campania” e responsabile dell’edizione campana del quotidiano “Paese Sera” fino al 1980. Dal 1980 al 2001 giornalista Rai, per tredici anni conduttore del Tg3 Campania. Ha pubblicato molti volumi ed è anche pittore: i suoi quadri e disegni sono stati esposti in numerose mostre personali e collettive.
Le strade e le piazze di Napoli hanno un ruolo centrale nel libro. Quanto è stato importante il rapporto del protagonista con la citt nella costruzione del personaggio di Santagata?
“Napoli è strade e piazze come nessun’altra citt del mondo. Nel suo tessuto intriso di anarchia, illegalit , miserie e nobilt , vive, sopravvive e soffre di un’agonia infinita, un popolo che se la cava come nessuno al mondo riuscirebbe. Le strade e le piazze di Napoli sono teatro di violenza sanguinaria e coraggiosa resistenza al disagio secolare, all’assenza dello Stato, alla camorra erede della guapparia”.
Nin Santagata non si riconosce nella polizia a cui appartiene. un aspetto della sua inquietudine esistenziale?
“Santagata prima che commissario, è poliziotto per caso e naviga nel labirinto della contraddizione: è un omaccione, ma ha dita da pianista, si nega a rapporti sentimentali di lunga durata, seduce senza aver mai fatto la corte a una donna, ha intuito da investigatore di razza, pensa che nessuno è irrecuperabile, ha in odio la farraginosit della burocrazia ma il senso del dovere lo induce ad accettare gli incarichi più onerosi, anche oltre i confini del commissariato di competenza; è amico di personaggi popolari, spesso incolti e legge P 6 « o è è á « s pt L libri n e d d d d pG 7 e : E è H l è NO » OJ e
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Un tema classico che si ritrova nel libro è la solitudine del poliziotto, con una vita disordinata e un carattere difficile.
“Un uomo come Santagata non può che vivere con se stesso. Chi potrebbe capire un suo evidente ribellismo alle regole e alla filosofia della repressione senza alternative, se poi agisce come il più abile poliziotto di Napoli?”
Un commissario e la sua citt . Nella nostra tradizione letteraria esiste un modello, rappresentato dai romanzi gialli di Renato Olivieri che vedono protagonista il commissario Ambrosio. Nella storia di Santagata quanto ha influito questo modello, che in parte sembra ricordare?
“Confronto impari, evidentemente lusinghiero. Olivieri nasce in provincia di Verona, vive a Torino fino all’et di 14 anni, poi a Milano. Il suo narrare ospita le malinconiche atmosfere milanesi in cui si muove il commissario Ambrosio, poliziotto introverso, ipocondriaco, amante del bello e conoscitore d’arte. Anche nei romanzi di Olivieri c’è una citt . Milano: strade e luoghi raccontati con grande maestria, ma a Napoli non sarebbe possibile, almeno per me, occuparmi delle imprese di un poliziotto estraneo all’indagine sociologica del contesto in cui agisce”.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a una riscoperta della letteratura di genere nel nostro paese. Lei come giudica questa recente produzione editoriale e il suo libro come si relaziona rispetto a questa tendenza?
“Se mi chiede se “Santagata” è il protagonista di un romanzo di genere, rispondo con “no” convinto. Il giallo di questo romanzo è un pretesto, seppure rilevante per gli eventi criminali che attraversano il percorso del “commissario per caso”, ma in fondo il ruolo di primo piano del commissario è messo in discussione da personaggi in apparenza secondari. Interpreti non marginali del romanzo sono i poveri cristi, i ragazzi che precipitano nel baratro della criminalit perch non hanno consapevolezza di un’altra vita possibile, i quartieri ghetto, gli esclusi, l’ingiustizia sociale, la miseria materiale e morale. “Santagata” è un giallo perch la societ in cui si muove gli propone azioni da poliziotto. Per il mio commissario si annuncia un futuro di azioni, proprie del giallo, o del poliziesco ma anche di solitudine, interrotta, a tratti, da storie sentimentali molto speciali”.
Nelle foto, Luciano Scateni e la copertina del libro