A due anni dall’apertura, il Museo Nitsch, in vico Lungo Pontecorvo, inaugurato alla presenza di 4000 ospiti, conferma il suo ruolo di laboratorio e archivio e inaugura, sabato 11 settembre alle 19, due eventi dedicati al maestro viennese: Opere Napoletane e Prima Mostra d’Archivio.
In esposizione il lungo itinerario artistico di Hermann Nitsch svolto a Napoli e scandito, lungo un ampio arco temporale, da importanti tappe: nel ’74, la prima indimenticata Azione napoletana (45. Aktion) allo Studio Morra di via Calabritto; nel ’77, la 54. Aktion, nella medesima location, che consolida Napoli come una sua citt elettiva; nell’86, la 18esima Malaktion di pittura a casa Morra; nel ’96 la 96. Aktion alla Vigna San Martino, quinta spettacolare perfetta per la concitazione sensoriale e avvolgente delle azioni dell’artista; nel 2008, la 55. Malaktion al Museo Hermann Nitsch, appena inaugurato nel mese di settembre, che diventa il tempio consacrato all’artista viennese. Infine, la 130. Azione dello scorso maggio, al Museo Nitsch e poi in Vigna San Martino, in occasione della mostra Nitsch &Caravaggio, raccontata dalle fotografie di Fabio Donato e dai film di Mario Franco, summa massima di un viaggio intellettuale privilegiato. Una ricerca poetica caratterizzata da un fascino intellettuale e da una concitazione dei sensi che raccontano della celebrazione rituale della vita. Citando lo stesso Nitsch: «Opera Napoletana interpreta i segni della realt attraverso uno spettacolo che sar occasione estatica di gioia e di vita».
La seconda parte dell’evento “Prima Mostra d’Archivio” è ospitata negli inediti spazi della Biblioteca delle Avanguardie e Neoavanguardie del Museo. Ritagliate da un corpo di fabbrica adiacente al Museo, in queste nuove sale troveranno luogo gran parte dei relitti dell’Azione 130: tavoli, tele, portantine, camici, paramenti. L’evento rientra in un più ampio work in progress che vedr il susseguirsi di protagonisti, Luca Maria Patella, Salvatore Cotugno, Julian Beck, Shozo Shimamoto,Vettor Pisani, che ridisegneranno, con le loro opere, gli spazi del museo in maniera individuale e autonoma.
Nella foto, gli spazi del museo napoletano