Omaggio al grande maestro. Federico Fellini, realista e visionario. Malgrado siano trascorsi venticinque anni dalla sua scomparsa, Federico Fellini resta più vivo e attuale che mai avendo la sua opera acquisito quella dimensione di naturale essenzialità che appartiene di norma ai classici. E che, come avviene appunto per tutti i classici, più passa il tempo e più si arricchisce di stimoli e significati.
Ricordare pertanto l’opera del maestro riminese non è soltanto un tributo obbligato ma un “esperimento” quanto mai utile per verificare il debito intellettuale che il tempo presente ha nei suoi confronti allorché si sostanzia lo spessore delle sue straordinarie doti poetiche e “visionarie”.
L’opera del grande regista sarà al centro dell’incontro/evento che si terrà, martedì 26 marzo alle 17 all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Nell’occasione sarà presentata la monografia realizzata da Luigi Mazzella che fornisce anche il titolo dell’evento napoletano.
A ricordare Fellini con Mazzella ci saranno Alberto Castellano, Gianpaolo Paladino e Antonio Filippetti che firma anche per l’occasione la prefazione del volume. Ad Adriana Carli sarà affidata la lettura/interpretazione di alcuni memorabili aforismi del grande regista mentre il pianista e compositore Antonio Landolfi curerà l’intermezzo musicale.
Il libro, al di là dell’omaggio rituale, vuol essere appunto la testimonianza di quanto il maestro riminese sia tuttora attuale e come la sua opera risulti non soltanto unica e irripetibile ma fortemente anticipatrice di temi e suggestioni.
Luigi Mazzella, che si è a lungo occupato di Fellini, ne segue il cammino creativo individuando tre periodi in successione cronologica durante i quali il regista ha dato corpo e vita alle sue pellicole più intense e famose, riscontrando nel contempo una genialità trasversale che ha avvolto e coinvolto tutte le fasi ispirative della sua opera.
Ne scaturisce un ritratto critico al tempo stesso lucido e commosso, intrigante e fascinoso, che è anche un invito a vedere e rivedere i film del maestro per ritrovare ogni volta qualcosa che il tempo ha addirittura ribadito con forza e per comprendere meglio l’evoluzione non soltanto cinematografica, ma civile e culturale della nostra epoca. E in questo ci stimola e sollecita l’introduzione di Antonio Filippetti il quale raccorda felicemente l’opera felliniana alla grande tradizione poetica e letteraria.