Che cosa significa essere detenuti in un ospedale psichiatrico giudiziario? Una risposta in immagini a questo interrogativo la d il film “Le stanze aperte” realizzato dalle associazioni culturali “V.E.D.” e “Baruffa film” di Maurizio e Francesco Giordano. Dando il via a un dibattito‐confronto a Napoli Palazzo il Grenoble in via Crispi, 86 venerd 21 marzo alle 18 promosso dall’ istituto francese nel programma culturale voluto dal console francese, Christian Thimonier.
La discussione, alla quale partecipano Alex Zanotelli, Emilio Lupo,Maurizio e Francesco Giordano, Giuliana Del Pozzo, Stefano Martone, Michele Pennino e Marco Casale, affronter tematiche legate alle condizioni dell’internamento detentivo grazie alla
presenza di magistrati, psichiatri e cineasti.
Il film è nato in concomitanza con la chiusura per legge degli ospedali psichiatrici Ggudiziari italiani fissata per il 2013 e che, a tutt’oggi, languono in una situazione di gravissimo stallo nel processo di dismissione di tali strutture.
Proiettato in anteprima nella stessa struttura detentiva di Secondigliano, il lavoro cinematografico, secondo le
intenzioni degli autori ha fatto il giro di numerosi circoli e cineclub, partenopei e non, costringendo lo spettatore a immedesimarsi in una realt altra, facendogli vivere esperienze altrimenti improponibili, seguendo la cinepresa in contesti che non vogliono dimostrare ma mostrare, che non intendono aggiungere, ma piuttostotogliere pregiudizi e falsa informazione.
Girato all’interno del carcere di Secondigliano, nella vecchia struttura di S. Eframo e in set esterno, tra l’onirico e il documentario “Le Stanze Aperte” è il viaggio alla ricerca dell’identit o della libert reale e interiore, tra abbandoni e solitudine, fino alla volont precisa di uscire da se stessi pur non sapendo come o quando.
E’ il cammino in compagnia di storie e di personaggi veri incontrati tra gli internati, i detenuti e il personale in servizio all’ospedale psichiatrico giudiziario di Secondigliano che hanno scelto di raccontarsi insieme ai versi di Merini e Shakespeare, del Libro della Genesi e delle musiche di Vivaldi. I tanti temi allegati al soggetto del film sono stati messi in risalto attraverso il personaggio del Maestro, straordinariamente interpretato da Vincenzo Merolla, unico attore professionista.
In foto, una scena del film