Dopo Milano, Firenze, Bologna, Torino e Roma, La Maschera ha concluso il tour nazionale lunedì 23 dicembre 2024 con un grande concerto al Palapartenope di Napoli. Un’occasione per festeggiare il notevole riscontro di pubblico e consensi del gruppo capitanato da Roberto Colella.
Ultima tappa per “Sotto chi tene core”, dopo una serie di concerti emozionanti in giro per l’Italia, vivendo insieme una grande festa. Un grido di battaglia per non arrendersi mai; canzoni che parlano di riscatto sociale e sentimentale, un invito ad alzare lo sguardo e farsi avanti. Storie vere, dove l’urlo di chi non ha voce diventa grido di battaglia, un viaggio di musica attraverso i vicoli napoletani, personaggi, storie, amori, contraddizioni, vizi, problemi, sogni e speranze.
Il tour non poteva non concludersi nella loro Napoli, da dove tutto è iniziato nel 2013. Tre album, live sparsi un po’ in tutto il mondo e numerose collaborazioni, in particolar modo a livello internazionale, per una band che nel corso degli anni si è affermata sempre più. Un concerto-evento, dunque, per ripercorrere le tappe che hanno portato la band a rappresentare un vero e proprio punto di riferimento per quanto concerne la canzone napoletana.
Scaletta variegata che attraversa tutta la produzione artistica del gruppo, tante sorprese e ospiti d’onore ma, soprattutto, un pubblico caldissimo che ha acclamato i suoi beniamini sin dalla prima all’ultima nota dello show. Tante le loro canzoni. Si inizia con “Dimane comm’ ajere”, per poi proseguire con brani come “Case popolari”, “Chi se vò bene”, “So’ semp’ stato ccà”, “’O marenaro”.
Ecco che arriva il momento dei primi ospiti: dapprima Laye Ba, musicista senegalese, il quale si prende la scena per eseguire la coinvolgente Te vengo a cercà; successivamente l’interpretazione del loro primissimo successo, ovvero Pullecenella. Il viaggio prosegue con Mirella è felice: composta a quattro mani con il conterraneo cantautore Tommaso Primo, narra la storia di Felice Pignataro e Mirella La Magna, un incontro tra sentimenti e impegno sociale da cui nasce il GRIDAS (Gruppo di Risveglio Dal Sonno), la Controscuola, il Carnevale di Scampia. Poi “Sotto chi tene core”. Vivere è resistenza, cita la canzone, e “Conosci Thomas?”, accompagnata da una frase “Noi dobbiamo osare, reinventare l’avvenire”. Un altro grande artista protagonista della serata Clementino e insieme con Roberto Colella cantano “’O vient”.
«Da sempre metto qualche piccolo segreto nelle canzoni, dice Roberto Colella. Questa voleva essere solo una breve poesia da pubblicare sui social. “Poesia del 7 ottobre”. La musica è arrivata inaspettatamente ed è motivo per cui è uscita sin da subito. Libera, come il messaggio che porta con sé. Spesso immagino cosa stiano provando in questo momento persone apparentemente lontane. Credo sia fondamentale chiedere la pace a gran voce. Pace come unica risposta possibile. Così come il diritto alla vita e alla felicità».
Successivamente cantiamo tutti sulle note della struggente Serenata e la commovente Palomma ‘e mare; così come la meravigliosa canzone d’amore “’A cosa justa”. È un susseguirsi di canzoni “Core ‘e lignamme”, “N’ata musica” e “La Confessione”, un brano da brividi sulla pelle.
Arriva “Smile on your face”, dove la lingua napoletana e quella inglese si intrecciano indissolubilmente in un testo gioiso, ilare e spensierato. Poi ancora “Fujetenne”, “Amarcord”.
Il pubblico euforico, emozionato canta a squarciagola e balla sulle note di queste meravigliose canzoni, e al termine, una strameritata ovazione.
Le foto in pagina sono di Teresa Uomo