Si intitola “Sulle trecce dell’assassino” il nuovo libro del siciliano Andrea Fiore che conduce il lettore nella storia di un delitto a sfondo tricologico. La “scena del crine” è infatti la «grande sala d’attesa rosa kitch senza finestre di Giuseppy’s, il più famoso e frequentato salone d’acconciature uomo, donna, bambino della città» dove «i clienti attendevano freschi e rilassati il loro turno, comodamente seduti su morbidi sofà viola, carezzati da una fioca luce artificiale. In quel sacro tempio del crine, Giuseppy, sofisticato barbiere sulla cinquantina dal folto baffo biondo, alto, magro e ben curato, in impeccabile grembiule bianco azzurro, rigato chissà dove e quando, sforbiciava alacremente e buttava un occhio sempre più spesso all’avveniristico orologio al quarzo penzolante dal soffitto. Anche se non lo lasciava trasparire più di tanto, sembrava che godesse per l’avvicinarsi dell’orario di chiusura» si legge nel primo capitolo del libro di Andrea Fiore.
In questa ovattata atmosfera, si catapulta nel salone un uomo con delle fitte trecce che chiede a Giuseppy di tagliargliele. Proprio nel momento in cui il barbiere sta iniziando il suo lavoro, si verifica un brevissimo black-out nel locale. Quando tutto torna alla normalità, l’uomo viene ritrovato cadavere nello sgabuzzino delle scope, soffocato con un’extension e completamente rasato, avvinghiato al garzone del barbiere.
Gli incaricati di risolvere il caso sono l’ispettore Peter Haddock e il suo assistente Dan Parrish del 43° Distretto di Polizia di Gravetown. I due investigatori sono appena tornati da una fallimentare esercitazione in cui si sarebbero dovuti recare a Pechino per sventare un attacco nucleare e invece, per un errore di calcolo, si sono ritrovati a Pachino, in Sicilia, in mezzo a un campo di pomodori. Nella nuova impresa li affianca Mandy Racco, una bellissima agente che scombussola i già traballanti equilibri tra i primi due poliziotti.
Prosegue così il fortunato genere semi-serial thriller inaugurato da Andrea Fiore nel 2009 con “Storia di morte, ricotta e mascarpone” e arricchitosi nel 2011 con “L’elettricista suona sempre 220 volt”. Un genere in cui la logica matematica del giallo e del noir gioca con il nonsense del demenziale puro mediante l’uso spregiudicato della lingua italiana, che viene stressata e piegata a significati originali, giochi di parole, boutades e calembour che rievocano l’atmosfera del pastiche gaddiano.
Dove e come si annidi il nonsense non è sempre semplicissimo dirlo, spesso si nasconde dietro l’ironia, accanto all’assurdo, vicino all’onirico, senza farsi riconoscere immediatamente. Bisogna farci un po’ l’occhio e soprattutto l’orecchio, ma ne vale la pena. Con lui, con il nonsense, una cosa è certa: ci si diverte! (Giorgia Manildo)
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IL LIBRO
Andrea Fiore
“Sulle trecce dell’assassino”
Casa Editrice: Pan di Lettere Edizioni
Collana: Zafferano
Genere: Giallo umoristico
Pagine: 261
Prezzo: euro 16,50