APan, Palazzo delle Arti di Napoli, l’esposizione fotografica intitolata “David Bowie. The passenger by Andrew Kent”. Una serie di scatti (foto) relativi al periodo tra il 1975 e il 1978, anni in cui Kent seguì Bowie tra viaggi e tour. Anni cruciali per la musica del Duca Bianco che furono di piena trasformazione e che videro la creazione di album come “Low”, “Heroes” e “Lodger”, incastonati definitivamente nel panorama musicale.
E’ la mostra di un fotografo che ha seguito nel tempo tra i più famosi musicisti e che instaurò un rapporto di fiducia con Bowie. A ridosso di quel momento, il cantante era travolto dalla vita newyorchese non più sopportabile e dalle sue dipendenze e pensò a un ritorno europeo con tappa a Berlino.
Un connubio felice, un incontro di stili, un contesto che completava la sua figura e che lo disintossicò, anche se nonostante tutto non lo tratterrà tanto a lungo. E poi il suo rifiuto per gli spostamenti in aereo che così comportò molto più tempo da passare insieme al suo amico del momento Kent.
Da New York verso Genova ci arrivò con il transatlantico “Leonardo da Vinci” (sottilissimo il Duca avvolto dal bianco e nero, davvero come venuto fuori da una puntata della serie televisiva degli anni ‘50 “Ai confini della realtà”), poi via terra verso Monaco e il viaggio in treno sulla transiberiana per Mosca con Iggy Pop, forse tra le foto più intense, per restare solo qualche ora e vedere la Piazza Rossa. Ancora Londra. E poi Parigi, in una stanza d’albergo in cui un bicchiere di vino e una magnifica luce sul balcone furono ottimi pretesti da immortalare con nonchalance.
Non pose costruite o teatrali ma piuttosto sguardi, sovrappensieri, gesti al trucco e tanto stile sempre, anche negli attimi più distratti.
Le foto inedite di Andrew Kent e il suo punto di vista sono i reali protagonisti, una serie di flashback che hanno colto il lato più morbido e malinconico di una star che decide di chiudere con il glam e il suo alter ego più appariscente. I tanti giorni trascorsi insieme oltre un palcoscenico, hanno permesso a Kent di scegliere la linea più intimista.
Non è una mostra di memorabilia, per fortuna, ma qualche oggetto o costume (riprodotto) si trova sempre. Una buona fetta inoltre è dedicata a quelle locandine cinematografiche vintage che testimoniano le mille e uno capacità creative di Bowie anche dal punto di vista attoriale.
Sicuramente l’esposizione avrebbe avuto bisogno di un arricchimento maggiore per rivelare in modo più preciso il contesto e la fase evolutiva musicale e personale del performer, per meglio avvicinare anche chi non è necessariamente un estimatore.
Dopo quel periodo i due non ebbero più contatti. E Kent, a trent’anni, si ritirò tra le montagne dell’Idaho, parte nord occidentale degli USA, cambiando (quasi) totalmente vita.
Come se ognuno fosse ritornato al suo pianeta.
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La mostra potrà essere visitata fino al 29 gennaio 2023
info David Bowie the PASSENGER by Andrew Kent (mostradavidbowie.it)
Organizzazione di “Navigare, arte e cultura”
A cura di Vittoria Mainoldi e Maurizio Guidoni di Ono Arte