Generosità. L’unica arma che abbiamo per salvarci dalla pandemia e scansare il pericolo delle varianti. Immunizzando tutti, anche gli abitanti dei paesi meno fortunati, garantendo l’accesso a vaccini efficaci.
Lo scrive con parole chiare e nette dalle colonne del quotidiano nazionale “Corriere della Sera” il virologo Roberto Burioni. Essere generosi resta la sola opportunità per chiudere i conti con una malattia globale infettiva come il Covid contro cui la ricerca ha messo in campo potenti antidoti.
Per supportare gli studi scientifici contro le patologie che minano l’esistenza umana da anni scende in campo pure l’arte. In questo 2021 che ci ha messo tutti duramente alla prova, la manifestazione artistica torinese Paratissima rilancia il progetto “E’ una vita che ti ri-cerco”, promuovendone la seconda edizione a cinque anni di distanza dalla prima.
Una call aperta: tra le 80 pervenute, sono state selezionate 50 opere donate che saranno esposte fino al 25 luglio, accolte dall’incubatore del contemporaneo ARTiglieria nella piazzetta Accademia militare di Torino.
Un luogo che mette in mostra la generosità ma anche il talento di artisti emergenti. Tra questi, due napoletani: Giuseppe Lucio Labriola (che firma i suoi lavori come Lucio ddt art) e Davide Stasino.
«La mia produzione – racconta Labriola- ha avuto negli anni una grande evoluzione attraverso un lungo percorso di formazione e un profondo viaggio interiore che tocca diverse tematiche, dall’inquinamento al nucleare e alla manipolazione genetica».
Nel suo disegno in esposizione, marcia nell’auto di un futuro poco rassicurante una specie di androide deformato dai profitti di una speculazione industriale incurante del benessere comune. La maschera antigas gli garantisce , però, un piccolo margine di sopravvivenza che può diventare enorme proprio sostenendo i medici che lavorano per preservare la vita delle persone.
Di altrettanto forte impatto visivo “Macula lutea”, la creatura artistica realizzata da Stasino e offerta in supporto della scienza.
«Rappresento- spiega– un viso esposto senza alcuna aurea dello sguardo, ed è la forma merce del volto umano. La faccia come superficie è più trasparente di quel viso o di quel volto nel quale dovrebbe irrompere la trascendenza dell’altro. Questa è la condizione di chi soffre di maculopatia che aggredisce il tessuto al centro della retina, dietro il bulbo oculare, deteriorando la capacità di mettere a fuoco, e , quindi, di leggere e scrivere».
Così l’immaginazione partecipa alla progettazione di un mondo meno egoista, più attento ai bisogni degli altri. E denuncia come l’ottusità di una società ripiegata su se stessa possa causare danni irreparabili.
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