Un’iniziativa d’elite, sempre moderna e che resiste da diciotto anni alle intemperie organizzative di una citt in cui, senza i giusti agganci, non si riesce a fare nulla e che è sempre in crescita, anno dopo anno, costantemente. Torna puntuale, per la diciottesima edizione, Il Coreografo Elettronico, il Festival di Videodanza di Napoli, diretto da Marilena Riccio e organizzato dall’associazione Napolidanza (in collaborazione con Pan, Palazzo delle Arti di Napoli), dedicato alla coreografia ed ai linguaggi della danza contemporanea in formato elettronico.
Quest’anno arriveranno opere da 27 paesi del mondo (Argentina, Belgio, Bosnia-Erzegovina, Brasile, Canada, Cile, Cina, Danimarca, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Grecia, Israele, Italia, Nuova Zelanda, Olanda, Portogallo, Romania, Russia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Ungheria, USA, Paraguay) per un totale di 150 video, pronti a mostrare alla giuria (composta da Ada Patrizia Fiorillo, Carlo Infante, Giulia Salvagni e Marina Vergiani) ed a quanti vorranno godere dello spettacolo (i video saranno trasmessi ininterrottamente dalle 16 alle 21 di venerd 6 e sabato 7 maggio, nelle sale al secondo piano di Palazzo Roccella), i propri stili, le proprie espressioni e gli approdi secondo le grammatiche dei sistemi elettronici ed i format dell’informazione digitale dell’era del web. “Quando 20 anni fa ci chiedevamo”, ha spiegato la direttrice Marilena Riccio, “che fine far la videodanza? La risposta oggi è semplice sul web.” Ed è infatti proprio grazie al web che il fenomeno della videodanza ha raggiunto visibilit e numero di praticanti inaspettati, grazie s alla grande fruizione del mezzo informatico, ma soprattutto per l’estrema libert che lo caratterizza, che spinge artisti e giovani ad esprimersi ed ad autofinanziarsi.
Tra i 150 lavori, frutto del sudore e della collaborazione di coreografi, danzatori, registi, videomkers, fotografi, sound designers e digital engineers, spiccano ben 21 titoli italiani, di cui alcuni tutti napoletani, cosa importante per la citt , che dimostra ancora una volta di produrre grandi punte d’avanguardia; ma tra tutti, il più atteso è forse “Going Somewhere” di Wayne McGregor, astro della nuova scena londinese, considerato dalla stampa britannica “un outsider, un estremista del corpo”, che considera “la tecnologia più sofisticata che abbiamo”. Gi autore di video come “Lotus Flower” dei Radiohead, McGregor è un vero e proprio scienziato del movimento le cui creazioni intrecciano danza, cinetica, matematica e informatica (il documentario “Going Somewhere” è prodotto dai francesi “Arte”). Attesa c’è indubbiamente anche per “Vesper”, del regista Brock Labrenz (gi co-autore del film del 2004 “Full Quote Bergman un’indagine sul cannibalismo nel XXI secolo” ed il cui video esplora le sei psicologie dei protagonisti della storia tra danza, cinema e arti visive), “The Imp in the City”, dell’americano Dawn Westlake (con protagonista il 15enne spagnolo Marc Carrizo, rivelazione della nuova generazione di danzatori ai confini tra break, random e urban dance) e “Shedding”, di Alessandro Amaducci (su coreografia di e con Giuliana Urciuoli, dove il mondo artificiale e quello naturale si osservano l’uno dentro l’atro, scrutandosi reciprocamente). I vincitori dei premi saranno annunciati sabato 7 alle 20 dalla giuria, che assegner “Napolidanza migliore opera in concorso” e “Giovani Autori migliore produzione indipendente”.
L’edizione 2011 del Coreografo Elettronico arricchisce inoltre, con le acquisizioni dei video di quest’anno, l’archivio storico del Festival creato da Napolidanza, per il quale la catalogazione e l’archiviazione delle opere hanno sempre rappresentato una priorit e che conta migliaia di titoli, consultabili presso il centro di documentazione del Pan, che rappresentano l’intera evoluzione del linguaggio e del lavoro dei coreografi nel corso di tutti questi anni di cui il Coreografo Elettronico è sempre stato testimone. Ai temi dell’evoluzione dei linguaggi dell’arte nella Societ dell’Informazione, infine, è dedicata la conferenza-spettacolo a cura di Carlo Infante “Performing Media. Dal videoteatro all’urban experience, prevista alle 17.30 di venerd 6. Tra i documenti proposti nel corso della conferenza ci sar “Tango Glaciale” di “Falso Movimento”, con la regia di Mario Martone, un’opera realizzata dalla RAI di Napoli nel 1982 e che avviò il fenomeno del videoteatro.
In foto, alcuni momenti della passata edizione
Per info
www.napolidanza.com