Franz Kafka trasforma il suo Gregorio Samsa, protagonista in “La metamorfosi”, in un disgustoso insetto, simbolo del malessere e dell’inquietudine sociale. Ci sono tanti modi per esprimere emozioni e stati d’animo, l’arte è uno di essi. E sono proprio le metamorfosi il motore immobile del ciclo di mostre organizzate al Penguin Cafè (via Santa Lucia, 88) in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Napoli a cura di Valerio Rivosecchi.
“Metamorfosi” è il progetto nato nell’ambito di una sempre più ampia apertura alla citt della storica Istituzione. Tutti i partecipanti sono ancora in piena formazione, e il titolo della rassegna indica il carattere sperimentale delle loro ricerche, legate alla trasformazione e alla contaminazione dei segni e dei linguaggi. Disegno, pittura, fotografia si misurano con il carattere immateriale della matematica (Emmanuele De Ruvo), con la struttura dinamica del video (Marco Romano), con la descrizione narrativa di persone e oggetti (Ephtalia Kerouli, Maria Raffaela Scalfati), con la dimensione inconscia della “scrittura automatica” (Diego Palumbo), mantenendo comunque il segno forte e specifico dei linguaggi dell’arte figurativa.
Oggi alle 19,30 è il turno della greca Ephtalia Kerouli con la sua mostra “Dedicato a…”. Una serie di ritratti che nascondono e svelano sfaccettature di personalit diverse. Segni, tracce e ombre che raccontano e pongono interrogativi criptici che forse non troveranno risposta. Una ricerca di autenticit e verit attraverso la maschera e il trucco.
Kerouli nasce a Creta nel 1973 , si trasferisce a Napoli e studia Pittura all’ Accademia di Belle Arti. Dopo aver conseguito il diploma triennale, si iscrive al biennio di specializzazione, che tuttora frequenta. Contemporaneamente lavora nel proprio laboratorio “Rifugio Artistico”.
«I ritratti che compongono questa serie scrive Rivosecchi sono frutto di un lavoro di oltre due anni, i cui orizzonti vanno al di l della pittura. Nel 2009, giunta a Napoli da Creta per completare i suoi studi, Efthalia ha incontrato Salvatore-Tina, trans ormai settantenne, avviando un difficile percorso di conoscenza e amicizia, che ha rappresentato per lei un importante momento di crescita personale».
La mostra si concluder il 13 marzo e aprir le porte, il 14 marzo, all’ultima esposizione della rassegna, con le opere di Diego Palumbo.
Nelle foto, quattro ritratti realizzati dalla giovane artista greca