Cannocchiale e grandangolo, edito da Colonnese (pagg.93, 12 euro), di Dora Celeste Amato, rivela una penna facile e veloce, di lettura semplice e incisiva, ti rimane.
Racconti di vita vissuta. Si ha l’impressione che questo libro sia innanzitutto autobiografico. E ci sono alcuni spunti che lo denunciano. A partire da Amie, adolescente turbata, incapace di esprimersi fino in fondo, impedita a vivere come vorrebbe. Tante letture, amore per la scrittura, un padre-padrone, una mamma debole, il peregrinare di citt in citt , la mancanza di una casa-arca.
Tutti motivi che raccontano proprio Dora Celeste-Amie.
Non è un caso che diventer scrittrice e giornalista, ci chi viaggia, racconta, si racconta, vive emozioni e le trasporta su carta.
L’autrice “raccoglie” introspettivamente i personaggi e ne fa uscire fuori tratti originali, personalit tormentate ma piene di vita. Come la musicista francese Nadine, un’anima alla ricerca di se stessa, estro di artista fuori, incerta e con poche chiarezze dentro.
Anche in Nadine trovo, se capisco bene, un po’ di Dora Celeste.
Elegante, colta, intelligente, raffinata ma anche selvaggia, femmina e giovane come “chi non si costruisce ma è”. Probabilmente proprio come si sente e si vede Dora Celeste.
Il libro scorre con parole lucide, in un viaggio interiore capace di esser reso comprensibile, detto di gesti e movenze scrutabili a vista. E anche il dire di un tumore non si abbandona alla crudelt del linguaggio, ma conserva quell’aura argomentativa incisiva quanto leggera e per niente invasiva.
Dora chiude proprio cos “Amicizia come Amore, la stessa radice, lo stesso viale sconosciuto a molti, concesso a pochi”.
Il saggio è arricchito da disegni di Giuseppe Antonello Leone, che ne colgono, con aspetti futuristici, il senso delle parole. E da una lettera-prefazione di Giuseppe Lupo, scrittore e saggista italiano, che analizza lo stile e soprattutto “il cadere delle parole sulla carta”, attribuendo a Dora Celeste, attraverso quell’inchiostro morbido, un “cercare nel sottosuolo della coscienza più che nell’opaco della materia”.
Particolare della copertina, in foto