Per il giovane e sventurato Pergolesi Napoli, nell’anno in cui cade il terzo centenario della nascita, indubbiamente ha fatto poco. Si corre ai ripari, si mettono pezze, come si dice (e di fa, ahimè) a Napoli. Il Napoli Teatro festival ha presentato al San Carlo un concerto che ha voluto proporre brani dei contemporanei del Maestro. Si cominciava da Domenico Cimarosa, con la Sinfonia dall’Oratorio dal dramma sacro "Il sacrificio di Abramo, seguita dalla sinfonia che introduce il "San Francesco di Sales" di Francesco Feo e da quella che apre "Il trionfo di Camilla" di Porpora, con le sue belle progressioni e la suadente melodia centrale. La peregrinazione tra i musicisti di et pergolesiana proseguiva con il "Quoniam tu solus Sanctus" di Gaetano Manna, che vedeva sul palco il contralto Rosa Bove, alla quale si univa la voce del soprano Maria Rosaria Lopalco nell’esecuzione della Stabat Mater di Pergolesi. Il direttore ha guidato i solisti di canto con grande precisione, non senza qualche raffinatezza, isolata, tuttavia. Più a suo agio nel registro medio, il soprano non ha brillato nella tessitura acuta. Convincente, nel complesso, il contralto, come pure i professori dell’orchestra. In “quando corpus morietur” si è raggiunto un equilibrio fra le parti davvero singolare, che ha introdotto il bellissimo e inquietante Amen eseguito con rara bravura. Soddisfatto il pubblico, non numeroso, tuttavia.
Nella foto, l’orchestra