“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”, cos cantava un famosissimo cantautore genovese. Gli aforismi si sa, sono sempre un po’ abusati e spero che il buon Faber non se la prenda se prendiamo in prestito questa sua citazione, perch dalle parti della Fondazione Plart di Napoli (in via Martucci 48), riconosciuta dalla Regione Campania come museo di interesse regionale, grazie alla sua raccolta di plastiche (oltre 1500 pezzi tra oggetti di design anonimo e d’uso quotidiano e opere di designer e artisti contemporanei), i “fior” nascono anche dal petrolio, come recita il sottotitolo del suo nuovo progetto multimediale e interattivo “Plastiche Alchemiche, da un mare di petrolio a un campo di girasoli”.
Realizzato e sviluppato da Id Lab, societ specializzata nel risolvere problemi di innovazione tecnologica (in collaborazione con m&a, Julian Koschwitz, il gruppo VoidDoIt dello IUAV di Venezia e Xtend3dLab), il progetto è una combinazione di soluzioni e servizi innovativi che includono aspetti di estetica, linguaggio, comunicazione, ambientazione, riuso, informazione e condivisione legati da un messaggio di sostenibilit ambientale. In linea, infatti, con la politica della Plart che riconosce il valore della plastica come materiale intelligente e sostenibile ospitando nei suoi spazi eventi espositivi e residenze di artisti e designer di fama internazionale chiamati a declinare con i loro progetti i temi dell’attenzione ambientale disegnando e progettando il futuro di questo materiale, si presenta un progetto di museo multimediale che metter il visitatore al centro di un viaggio onirico nella storia dei polimeri fino ai giorni d’oggi, ricordandosi il dovere di essere responsabili e sensibili alla salvaguardia dell’ambiente. Si, va bene, ma cos’è allora questo progetto, questo viaggio? E’ il coronamento di un anno e mezzo di lavoro da parte di un gruppo eterogeneo messo insieme dall’imprenditrice e collezionista Maria Pia Incutti, un percorso attraverso il quale il visitatore scopre il mondo della plastica e la sua evoluzione e in cui la tecnologia si mette al servizio della conoscenza grazie ad una serie di dispositivi multimediali e interattivi che costruiscono ci guideranno in tappe in cui la plastica che conosciamo (derivata del petrolio), si trasforma e trasfigura attraverso le nuove tecnologie proprie del mondo delle bioplastiche. “Una pietra preziosa”, l’ha definito la stessa Maria Pia Incutti, “il completamento partito da un progetto utopico del percorso della fondazione”; questo è Plastiche Alchemiche.
Dunque, dal 1 aprile (ore 18,30), data dell’inaugurazione di questa nuova sezione multimediale e interattiva della Fondazione Plart, il visitatore potr partire in un viaggio alla scoperta della storia, dell’evoluzione e dell’utilizzo ecosostenibile della plastica e dei polimeri. Partendo dall’esterno (Alchimisti at Work evoca lo scenario delle botteghe di Napoli), il accederemo alle informazioni riferite ai numerosi oggetti della storica collezione permanente attraverso dispositivi diversificati (touchscreen e iPad), per avviarci poi verso il corridoio multimediale, vero e proprio accesso ai nuovi ambienti multimediali dove il percorso di visita si articola attorno a sette aree esperienziali. Attraverso immagini e interazioni, tra specchi rivelatori della storia dei materiali plastici a schermi interattivi grazie ai quali dall’alchimia passeremo alla chimica (scoprendo le caratteristiche dei vari materiali con cui verremo a contatto), tra giochi di suoni “plastici” e di “tetris” di parole, si comprende la magia del momento in cui la plastica derivata dal petrolio diventa bioplastica. Ma è portandoci verso l’uscita che il messaggio per un futuro sostenibile si palesa in tutta la sua bellezza nell’ultimo corridoio, speciali ombre interattive a forma di girasole emergono, al nostro passaggio, da un mare di petrolio inquinante. In occasione dell’inaugurazione, inoltre, sono state previste due speciali installazioni, progettate e realizzate ad hoc, ad arricchire la sala temporanea del museo.
Si tratta di due installazioni interattive dedicate agli oggetti della collezione del Plart. Una è “Plastic fantasia”, a opera di Elio Caccavale (assieme a Anna-Clara Rendahl, Mike Shorter, Paddy Stevenson-Keating dell’Universit di Dundee) uno spazio in cui le persone saranno completamente immerse, grazie a una combinazione di movimenti, suoni, luci e ombre, in un mondo dove quattro oggetti della collezione Plart sono stati dotati di vita propria, diversa dalla normalit e dalla quotidianit a cui siamo abituati, per cadere in un mondo fantastico. L’altra è “MicrosSenso. Microfono sensibile al soffio” l’associazione Xtend3dLab ha dedicato il proprio spazio alla storia di un singolare microfono britannico degli anni 40 (appartenente alla collezione Plart). Suoni, voci e scritte si amplificano e si riducono di tono seguendo il comportamento del visitatore e la sua interazione con il microfono. L’oggetto acquista una nuova funzione e racconta in prima istanza la sua stessa storia 6 è« « o è á « s pt B L libri n e B link B B d d B d d « B pG B B «7 B e « B E B B èMODE B H l è NO è B B» OJ B e
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La sala multimediale diventa quindi un ambiente spettacolare, magico, suggestivo che conduce il visitatore a vivere un’esperienza dove gli aspetti ludici si fondono con quelli didattici e formativi. Dagli inquinanti derivati petroliferi si arriva a capire i principi e le caratteristiche dei nuovi materiali plastici ecologici ed è con questa nuova consapevolezza che si fa viva e forte la speranza della Fondazione Plart che un giorno finisca l’era della plastica derivata dal petrolio e cominci quella di una plastica “buona”, realizzata con materiali che, al termine del suo “ciclo vitale”, tornino dalla terra da cui vengono. Nel rispetto dell’ambiente, della vita e del futuro di noi tutti, perch magari, un giorno, qualcuno possa scrivere pure “dal petrolio nascono i fior”.
Nelle foto, alcune delle opere in mostra
Guarda il Plart nel nostro video