Napoli è cos. Apparentemente addormentata e indolente, sembra lasciarsi condurre dalla corrente seguendo un destino dettato dalla tradizione e dai fasti della sua storia. Poi ti stupisce con punte di eccellenza e di contemporaneit , come il Plart, centro museale e di ricerca dedicato alle materie plastiche, fondato da Maria Pia Incutti e ospitato nelle sale a volta di un palazzo di Via Martucci. Al suo interno trovano spazio i due volti della plastica l’arte e il quotidiano, il primo espresso dalle opere di creativi contemporanei che si alternano nelle mostre e il secondo raccontato in una grande e suggestiva struttura dove sono esposti oggetti di uso comune della plastica delle origini. Inoltre, chi studia i polimeri può contare su una biblioteca dedicata.
Maria Pia Incutti, quando la curiosit  e la passione per le plastiche si è trasformata in desiderio di creare un museo e promuovere la ricerca?
“Tutto è nato dalla mia passione per l’arte, sono una collezionista di arte contemporanea e di avanguardia e man mano che la mia collezione cresceva mi sono chiesta se fosse giusto che restasse al chiuso nei miei scantinati. Mi sono data una risposta alternativa e ho scelto di partecipare al mondo sociale e trasformare la mia collezione in bene culturale”.
Come è nata la curiosit  per la plastica?
“Credo che un collezionista d’avanguardia debba capire come l’artista possa trasmettere il suo messaggio al futuro. Vedevo questa plastica consumata, depauperata, talvolta anche gettata, oggetti di valore che andavano persi. E’ scattato in me il desiderio di conservare, recuperare, ricostruire una storia. E cos parlando con professori universitari, come Luigi Nicolais, e altri collezionisti, è maturato il desiderio che gi  nasceva dentro di me di creare uno spazio dedicato alle opere plastiche”.
Il Plart non nasce solo come sede espositiva ma si fa anche promotore della ricerca nel campo del restauro e della conservazione delle opere in plastica…
“Con una collaborazione con il CNR e con l’universit  abbiamo creato un progetto di recupero e conservazione e adesso rimane la fase più difficile, quella del restauro delle opere d’arte e di design, estremamente complicato, per portarlo avanti sto cercando collaborazioni nazionali e internazionali. E’ un progetto difficile e il primo passo è la sensibilizzazione degli artisti, dei collezionisti e soprattutto dei galleristi. Il materiale plastico in genere, fatta eccezione per i nuovissimi, va conservato a determinate condizioni, di temperatura, umidit , calore, luci fredde ed è molto difficile, anche per i grandi collezionisti, garantire queste metodologie di conservazione”.
Parliamo del progetto “Frammenti e memorie”, il percorso multimediale creato nell’archivio della Fondazione Banco di Napoli, per la prima volta aperto al pubblico e visitabile fino al 15 gennaio.
“E’ un progetto collegato alla nuova sezione del museo che inaugureremo a marzo dedicata alla multimedialit . Quando ho scoperto gli spazi cos incredibili, fantastici e magici dell’archivio della fondazione ho pensato subito alla multimedialit  e siamo riusciti a coniugare la parte storica con un linguaggio completamente nuovo e innovativo. E’ un progetto pilota che spero di poter editare anche in altri spazi. Inoltre, stiamo lavorando da un anno con uno studio milanese, Interaction design lab, emanazione di Studio azzurro, per un progetto fantastico una nuova sezione di circa 130 mq dove si entrer  in uno spazio alchemico e interattivo dove grandi e piccini troveranno il piacere di immergersi in un mondo incredibile”.

Marco Petroni che cura la comunicazione e i progetti speciali del Plart, ci racconta che il suo contributo consiste nel “ricercare i giovani deisigner e in particolare i creativi che ci aiutano a trasmettere il messaggio della plastica come materiale intelligente e sostenibile. La plastica sta rivoluzionando il modo di progettare di molti designer che fino agli anni ’90 erano più attenti alle forme e oggi invece sono più attenti al mondo e quindi usano solo plastiche in qualche modo riclicata o comunque a basso impatto ambientale.
Quali sono i prossimi appuntamenti?
“Siamo tutti concentrati sulla sezione multimediale del Plart, progettata da Interaction design lab, un collettivo transdisciplinare formato da architetti, ingegneri, designer, video maker è un ulteriore rilancio di uno spazio che ha scelto la contemporaneit  come crocevia di linguaggi e come possibilit  di comunicare con il pubblico. Il Plart da un lato è uno spazio che conserva, restaura e lancia messaggi positivi rispetto alla plastica ma allo stesso tempo non trascura la comunicazione e il coinvolgimento dei più giovani. Il progetto è innovativo e interattivo e gioca sul coinvolgimento multisensoriale dello spettatore provando ad abbattere gli elementi di giudizio per coinvolgere sia il bambino che l’adulto. Il materiale che unifica tutto questo percorso è la plastica si parte dalla plastica come derivato del petrolio e si arriva alle plastiche della contemporaneit  che sono vegetali e sostenibili. Il titolo è “Plastiche alchemiche” dove per alchimia si intende sia la fusione dei vari linguaggi della modernit  sia il mix di fruitori. Nel frattempo, fino al 20 gennaio saranno esposte otto tavole “apparecchiate” da altrettanto spiriti creativi, Riccardo Dalisi, Antonio Piccirilli, Felix Policastro e altri. E’ una mostra natalizia, senza pretese critiche o di individuazione di un filone, ma solo un invito a trovarsi insieme intorno alla tavola. Prima della fine della stagione presenteremo sicuramente qualche altro giovane, sempre con il format “Plart on video” in cui accanto alle opere del designer, un video ne racconta il processo creativo”.

www.plart.it

Nelle immagini Maria Pia Incutti, fondatrice del Plart e la struttura espositiva che ospita la collezione di plastiche storiche

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