Un libro per sognare, quattro per volare, in tante direzioni, in lingue diverse, lanciati da un’unica rampa la recente e ben curata collana di poesia Le parole della Sybilla, diretta dall’intellettuale napoletano Antonio Spagnuolo per le Edizioni Kairòs. Che presenteranno domani alla libreria Treves, in Piazza del Plebiscito(alle 18), quattro pregiati piccoli volumi “Il filo i fili e le storie” di Libero Galdo e Ugo Piscopo, “La luna di Czanne” di Annalisa Macchia, “Lampe e truone aspettanno ca stracqua” di Vincenzo Aversano, “Anima animusque” di Carlo Alberto Calcagno e Giulia Del Giudice. Ne discuteranno Aurora Cacopardo, Antonio Spagnuolo e Ugo Piscopo. modera Maurizio Sibilio
Parole che seducono per il primo volume, (pp. 72, euro 10.00). che accomuna il lavoro del poeta e del pittore che raccontano. Dove si vola focalizzando le immagini di Libero Galdo, “attento indagatore dei modi e delle ragioni della neofigurazione” filmate dai virtuosismi linguistici di Ugo Piscopo, noto narratore, poeta e critico” Ogni
settore, poesia, scrittura, critica, rinvia a ciascun altro dell’attivit
letteraria. La poesia, a livello creativo, è per me il punto germinale dell’invenzione ed è, però, insieme, il punto di conclusione, di una vicenda che
nasce e si pone in essere e infine si certifica, nell’azzeramento delle altre
funzioni, ma al cospetto delle stesse” commenta l’autore e del suo libro spiega
“E’ costituito da venti grafiche(2002) di Galdo e da altrettante poesie in dialogo con esse. I veri soggetti sono dei temi con cui tiene l’approccio inziale l’artista e che io poi continuo a parole.
A monte si colloca l’esperienza dei "cadavre exquis" dei surrealisti, realizzati a più mani e in più linguaggi dagli autori, con la collaborazione del caso. Si piegava un foglio e cominciava uno di loro. Poi si passava il foglio ripiegato, con la parte bianca, all’autore successivo, che vi interveniva senza sapere nulla dell’intervento precedente, come dell’intervento che sarebbe seguito al suo. Noi, abbiamo proceduto in quest’altra maniera cominciava
Libero Galdo a matita su foglio bianco, quando concludeva, per stanchezza o per determinazione mentale, continuavo io, affrontando il medesimo tema che ci eravamo assegnato, ma con preciso riferimento al tratto grafico. Non per commentarlo, ma per darne lo svolgimento e la versione sul registro letterario-verbale. Poi alla fine, ci scambiavamo le impressioni e commentavamo l’esito.
Un esito che veniva da lontano, dall’allontanamento progressivo. grafico
linguistico, dal bordo di partenza. In sostanza sono osservazioni inventive sul
modo nostro di allontanarci nel tempo e nello spazio dal punto dove ci si
trovava in comune al principio. Appunti, dunque, di viaggio su percorsi non
pregiudizialmente noti”.
Prefazione al libro dello scrittore e poeta Eugenio Lucrezi che aggiunge “Il rapporto tra figura e parola è antichissimo, e sempre fertile gi Aristotele accomunava il lavoro del poeta e del pittore sotto le insegne del ‘facitore di immagini’, nell’identico uso del segno primigenio, portatore di un senso antecedente l’intelligenza razionale. Qui, nell’ incontro tra poesia e disegno, si rovescia il consueto rapporto tra parola e figura del libro illustrato è la parola poetica di Piscopo – curiosa, divagante, inesausta – ad illustrare i disegni di Galdo – essenziali, chiusi nella loro forma, trattenuti nell’espressione – , che delineano una galleria di personaggi umani e di icone mitiche assai variata, nelle configurazioni ironiche, allusive, paradigmatiche”.
Nel secondo testo, con struttura tripartita di Annalisa Macchia, prefatore Plinio Perilli, (pp. 69, euro 10.00). La prima parte predomina quantitativamente e, in quota, scorgiamo emozionandoci masse d’acqua, ” Sulle forme del mare”, per poi dirigerci verso le poche sillabe che riescono a comporre da sole un universo, nei 24 haiku di “Giorno e notte”, e infine fermare il volo sulla chiusa di otto poesie tra cui quella che d il nome alla raccolta “La luna di Czanne”, da dove si scorge un appartarsi dal mondo.
“Lampe e truone aspettanno ca stracqua” con prefazione di Ugo Piscopo (pp. 65, euro 10.00), è il terzo piccolo grande volume che parla un’altra lingua, quella partenopea, con strofe d’amore che volteggiano sulla carta, trasportando una forte carica teatrale, che fa, a momenti, toccare col pensiero la natura umana. Non meno alto “Anima animusque”, (pp. 114, euro 10.00), pregiato volumetto che ci trattiene in quota, trasportando lettere d’amore con un volo nei sentimenti e un atterraggio in s, in cerca di s.
Nelle foto, una copertina della collana e immagini dai piccoli volumi