Residenti contro i decibel nel centro antico di Napoli. Ma non solo, anche Chiaia da tempo vive sotto l’incubo della movida notturna. Eppure c’è un altro disagio dilagante che pochi conoscono, se non i malcapitati abitanti: in una strada di Posillipo che per anni è stata immersa nella pace più assoluta.
La quiete ha cominciato a sbriciolarsi circa tre anni fa. Quando alle Rampe di Sant’Antonio ha ceduto il muro di contenimento in tufo della soprastante via Pacuvio e una massa di detriti ha colpito il palazzo al civico 104. Per fortuna niente vittime, ma il disastro ha lasciato un segno profondo. Il palazzo è stato evacuato ed è rimasto vuoto a lungo (in preda anche agli sciacalli) per mettere in sicurezza tutta la zona.
Nel frattempo via Pacuvio è rimasta chiusa alla circolazione regolare, quella a senso unico che consente l’accesso all’angolo della scuola elementare, per poi sbucare sull’altro lato di Via Orazio. E da allora, anche quando la strada è stata riabilitata al traffico, il passaparola tra i giovani napoletani è stato incessante: andiamo lì che nessuno ci disturba.
Come in un rituale ormai consolidato, arrivano alla spicciolata, dal pomeriggio, per poi radunarsi allegramente oltre l’alba, fumando, gridando, ballando con la musica a tutto volume che proviene dalle auto in sosta vietata. Trasformando spesso quell’angolo una volta tranquillo anche in una toilette pubblica.
In piena estate, nel corso di un chiassoso raduno, è capitato anche di sentir gridare una delle “invitate” al festino notturno: “Aiuto, devo andare in bagno”. E sentir rispondere da uno dei “premurosi” accompagnatori: “E che problema c’è? Piscia qui”.
Qualche giorno fa è arrivata la polizia municipale, dopo ripetute telefonate in piena notte al 113 di persone che assistono malati nella zona, bisognosi di assoluto riposo, e ha dispensato multe ai ragazzi che avevano appena finito di festeggiare un compleanno, ostruendo, con veicoli vari, anche il passaggio all’ingresso di una delle palazzine.
Ma come se niente fosse accaduto, il giorno dopo la messinscena festaiola si è ripetuta di nuovo, tra schiamazzi e risate.
C’è da chiedersi: come mai questi ragazzi trascorrono il loro tempo libero en plein air, d’estate ma anche d’inverno? Spesso sono adolescenti in cerca di genitori assenti? Che poì magari si meravigliano dei loro comportamenti sopra le righe quando ne vengono informati? Eppure è nelle famiglie, oltre che nelle scuole , che si riceve l’educazione e quindi un bagaglio di informazioni indirizzate al rispetto degli altri. Che non c’è più… Per colpa di chi? Delle istituzioni che si sentono impotenti o di mamma e papà completamente latitanti?