Dopo la cerimonia di consegna dei premi ieri sera al Mercadante , la presentazione del libro di Jhumpa Lahiri, scrittrice di origini bengalesi e Premio Pulitzer nel 2000 per la raccolta di racconti “L’interprete dei malanni”, sul palco del teatro di Piazza municipio per il Premio Napoli internazionale 1918 dove ha ribadito quanto sia legata alla città attraverso i ricordi di famiglia.
Oggi, mercoledì 19 dicembre, alle 17.30 nella sede della Fondazione Premio Napoli, all’interno di Palazzo Reale, Lahiri parlerà del suo nuovo libro “Dove mi trovo” (Guanda Editore). All’incontro, moderato dalla giornalista Armida Parisi, interverrà lo scrittore Domenico Starnone. Introdurrà Domenico Ciruzzi insieme a due componenti della giuria tecnica del Premio Napoli: Chiara Ghidini e Alfredo Guardiano (ingresso libero fino a esaurimento posti).
“Dove mi trovo” è il primo romanzo scritto in italiano. La protagonista oscilla tra immobilità e movimento, tra la ricerca di identificazione con un luogo e il rifiuto di creare legami permanenti. La città in cui abita, e che la incanta, è lo sfondo delle sue giornate, quasi un interlocutore privilegiato: i marciapiedi intorno a casa, i giardini, i ponti, le piazze, le strade, i negozi, i bar, la piscina che la accoglie e le stazioni che ogni tanto la portano più lontano, a trovare la madre, immersa in una solitudine senza rimedio dopo la morte precoce del padre.
I vincitori del Premio Napoli di quest’anno sono: per la narrativa Giorgio Falco con “Ipotesi di una sconfitta” (Einaudi). Nella stessa categoria, finalisti Michele Mari con “Leggenda privata” (Einaudi) e Davide Orecchio con “Mio padre la rivoluzione” (Minimum Fax).
Per la saggistica il più votato da oltre 1300 giudici lettori è stato Francesco Merlo con “Sillabario dei malintesi” (Marsilio). Con lui, in finale Donatella Di Cesare con “Stranieri residenti” (Bollati Boringhieri) e Matteo Vegetti con “L’invenzione del globo” (Einaudi).
Per la poesia la spunta Guido Mazzoni con “La pura superficie” (Donzelli) su Mariano Baino con “Prova d’inchiostro e altri sonetti” (Aragno) ed Elio Pecora con “Rifrazioni” (Mondadori).