Il futuro di Napoli passa per la cultura della legalità. All’indomani di un avvenimento importante come quello dell’inaugurazione dell’Università Fedederico II a Scampia, ovvero della facoltà per le professioni sanitarie che accoglierà 600 studenti, scardinando l’etichetta del pregiudizio nei confronti del quartiere e di chi vi abita (indicato spesso come covo di malaffare), ecco una nuova iniziativa per una di quelle zone di Napoli considerate disagiate: Piazza Mercato. Anche questa operazione vede come protagonista l’amministrazione comunale guidata da Gaetano Manfredi.
E’ stato firmato stamattina, infatti, nella sala giunta di Palazzo San Giacomo, per il terzo anno, un protocollo d’intesa nell’ambito del progetto “Guida bene in Piazza Mercato”. Obiettivo: promuovere e istruire, per il conseguimento della patente a1 o b, potenziali conducenti che provengono da famiglie con scarse opportunità economiche nel territorio della Municipalità 2.
Componenti della rete aderente all’iniziativa: Confarca (associazione di categoria delle autoscuole), Unasca (Unione nazionale autoscuole), Assogioca (Associazione gioventù cattolica), la Fondazione di comunità del centro storico di Napoli, Fondazione teatro Trianon Viviani. Con 2 partner: la parrocchia Santissima Annunziata Maggiore e il Consorzio antiche botteghe tessili di Piazza mercato. L’idea del progetto è stata introdotta dal direttore generale del Sud, Umberto Volpe, del ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili.
L’approccio non è solo quello di offrire la partecipazione gratuita ai corsi per conseguire la patente ( e quindi evitare che si guidi lo stesso un veicolo senza conseguirla, quindi in maniere illegale), ma anche di insegnare a guardarsi intorno per comprendere come sia importante, per esempio, indossare il casco in moto e rispettare le regole, guidando.
Un modo per includere chi non è stato baciato dal benessere e dall’autonomia finanziaria, creando anche possibilità di lavoro: spesso, per alcune occupazioni, la patente è indispensabile.
Così si posso abbattere passo dopo passo le barriere sociali, trasformando quartieri che partono svantaggiati in luoghi di nuove opportunità.
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