Esce in Germania il nuovo libro del papa emerito Benedetto XVI, un costrutto di mille pagine nelle quali “libera” alcuni pensieri sulla società contemporanea. Tra questi nasce il titolo che rimbalza sulle prime pagine delle più acclarate testate giornalistiche mondiali: nozze gay e aborto segni dell’Anticristo.
Più di un pensiero lascia capire subito che il suo vergato non sarà scevro da polemiche dentro e fuori le mura del Vaticano. Partiamo da un excursus a ritroso del cammino e dei passaggi che hanno caratterizzato il pontificato di Joseph Ratzinger.
Già nel 1986 firmò un documento in cui definiva l’omosessualità come “condizione oggettivamente disordinata”. Dopo il 2001 fu accusato di “ostruzione della giustizia” dalla Corte distrettuale di una contea del Texas. L’inciampo era relativo ad un suo documento che avrebbe favorito la “copertura” di alcuni prelati macchiatisi di molestie sessuali a danno di minorenni, negli Stati Uniti.
Noto prima ancora di diventare papa per alcuni suoi scritti, l’ex romano pontefice ha preso a pretesto più volte i documenti del Concilio Vaticano II, dandone una interpretazione che va sotto il nome di “ermeneutica della continuità”. Così mentre quasi tutto il mondo cattolico (ed oltre) intendeva quel Concilio come una sostanziale “rottura” con il modello della chiesa tradizionale, conservatrice, integralista, egli sosteneva, al contrario, che quella versione cattolica (Concilio) apparteneva ad “un utopismo anarchico”, riportando posizioni al limite dell’integralismo.
Anche in altra occasione l’ex vescovo di Roma fu accusato di “crimini contro l’umanità”, davanti alla Corte internazionale penale dell’Aia, assieme ad altri prelati, per la presunta copertura di reati commessi da sacerdoti contro i minori.
Durante un viaggio in Camerun e Angola, proprio mentre l’Africa era dilaniata dall’Aids, sosteneva che l’uso dei preservativi non faceva altro che aggravare il problema del diffondersi del virus. Suscitando le ire di organizzazioni scientifiche ed umanitarie coinvolte in primo piano a contrastare quella gravissima piaga sanitaria. Prolungandosi a dichiarare che anche inseminazione e fecondazione artificiale non sarebbero accettate come pratiche della procreazione.
Chissà se il buon cristiano parlerà anche degli scandali esplosi sotto il suo rettorato e quelli concepiti in sue mani e venuti alla luce dopo le dimissioni.
Sarebbe interessante se trovassimo parole di condanna (chiare) sulla piaga della pedofilia all’interno delle sagrestie, sapere quanti preti ha scomunicato, quanti ne ha sospesi, quanti ne ha fatti arrestare. Quali atti e indagini interne ha reso pubbliche, quali fatti e misfatti che hanno macchiato la chiesa di sangue ha desecretato, quante volte sul tema ha interessato le Procure penali competenti.
Come ci piacerebbe sapere l’inizio della storia del “giro immobiliare” che ruota attorno all’acquisto del palazzo di Sloane Avenue 60, iniziato prima del 2013, sotto la sua dirigenza. Un giro di denaro di 300 milioni di euro che passano dall’obolo di San Pietro, ovvero dai contributi dei fedeli dati nelle chiese, a questo spregiudicato acquisto, per farne alloggi lussuriosi da vendere. Insomma una mega operazione di speculazione finanziaria che vede coinvolti, oltre alla Segreteria vaticana, fondi poco raccomandabili, probabili conti segreti e capitali svizzeri.
E nello stesso 2013 parte un’altra operazione speculativa a Malta, tanto grave al punto da far decidere quel Tribunale civile un sequestro di beni di 29,5 milioni di euro, a causa di un “investimento” dello Ior nel palazzo dove ha sede la Borsa ungherese.
Anche qui, per onore di verità, Papa Francesco Bergoglio sta cercando di fare chiarezza, ammettendo che la corruzione c’è e si vede, per poi passare alla rimozione degli indagati.
Come sono andate a finire le due inchieste che vedevano Joseph Ratzinger coinvolto? Il Dipartimento di Stato statunitense concesse all’allora Papa l’immunità diplomatica, esentandolo dal processo. Nell’altro caso la Corte penale internazionale dell’Aia decretò il difetto di competenza e tutto si fermò, senza luogo a procedere. Insomma, l’ex custode di San Pietro non fu mai giudicato per i crimini contestati.
E allora, parlerà questo libro delle vicende dell’Anticristo, ovvero della gestione del patrimonio immobiliare della Chiesa, dei prelati corrotti, dei preti pedofili, delle “distrazioni” sempre più frequenti dell’obolo di San Pietro, dei rapporti con le banche e con dubbi fondi immobiliari, dei laici che ruotano attorno alla Segreteria di Stato vaticana che propongono intermediazioni da codice penale?
E ancora, della politica monetaria dello Ior, dei dubbi fini caritatevoli, dei mancati risarcimenti alle vittime di abusi sessuali, della omessa collaborazione con le Procure penali per le malefatte di molti preti, annuncerà la fine del segreto su ogni tipo di rapporti avuti dallo Stato del Vaticano pubblicandone i documenti, ci dirà qualcosa sui figli dei preti concepiti attraverso “relazioni sessuali materiali” e non venuti al mondo per opera e virtù dello Spirito Santo?
Un buon libro, del resto corposo e denso di dottrina cattolica, non può non tener conto di tutto ciò, altrimenti risulterebbe poco credibile, scarsamente “bramoso” di verità, meno libero e più mendace.
Resto convinto che tutti questi aspetti esiguamente nobili non verranno alla luce, tanto da trovarci di fronte all’ennesimo richiamo alla chiesa (anche a quella di papa Francesco?) sui valori della dottrina cristiana contemporanea. Insomma, un sermone di cui nessuno sente l’esigenza di essere indirizzato.
Il falso Cristo di oggi non risiede in quella pletora di nuovi diritti, legittimi e conquistati con battaglie di avanzamento civile, ma nella parte più buia e oscurantista di quel cristianesimo che non indaga al suo interno e che all’avanzare della contemporaneità si arrocca in difesa e lascia addirittura senza guida spirituale i tanti credenti che meriterebbero ben altro rispetto.
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Nella foto, Bergoglio con Ratzinger