Identit e memoria, le fondamenta su cui si erigono le roccaforti culturali di ogni popolo e punto di snodo della ricerca estetica di Annamaria Pugliese. In una societ che per sua natura genera grande malessere nasce l’impellente urgenza di ricostruire valori universali evidentemente perduti negli abissi della memoria storica.
“Il mio lavoro parte dall’individuazione e selezione di oggetti che stimolano il mio interesse, per esempio l’albero e l’alfabeto; raccolgo una serie di frammenti visivi e conoscitivi che osservati con attenzione indicano la chiave di lettura per una adeguata ricostruizione e ricollocazione della forma originaria da cui provengono”.
Pugliese indaga il mito nel suo intrecciarsi con le preziose maglie dell’arte, affinch l’uno sia esaltazione e rappresentazione speculare dell’altro. In uno dei suoi lavori più suggestivi l’artista propone una analisi sul mito originario di Partenope che pur essendo alla base della fondazione della nostra citt di Napoli è di provenienza orientale, giunto sulle coste mediterranee attraverso la via del mare. L’opera è incentrata sulla enfatizzazione della figura femminile che in origine era sacra e intoccabile, sulla scia di un lavoro di affermazione della donna e della sua immortalit gi affrontato dalla scrittrice Matilde Serao.
ASCOLTARE SUGGESTIONI
E’ un lavoro di ascolto dove immagini, suoni e suggestioni linguistiche si incrociano in un bricolage che “apparenta pensiero mitico e fare artistico”. Insieme al video una installazione di foto in cui l’imperativo/domanda Conosci te stesso è riportato in tutte le lingue dal greco antico al latino, dall’arabo fino alle lingue contemporanee, per riproporre un atteggiamento di interiorizzata consapevolezza verso se stessi e nei confronti degli altri. Per poter attuare una vera riconversione culturale è importante che questa esigenza provenga dalle viscere della societ ; ogni individuo, con responsabilit e consapevolezza deve essere attore di un possibile cambiamento affinch la realt possa subire dei miglioramenti tangibili.
UN PO’ PER CASO
Un talento scoperto un po’ per caso quello di Annamaria Pugliese e con suo grande stupore, quando un suo professore di disegno all’et di 13 anni la costrinse a imitare, disegnando, un ramo di susino. Presa coscienza delle sue capacit di dare corpo e volume ai pensieri decide di intraprendere gli studi artistici superando l’atteggiamento di riluttanza dei familiari nei confronti di una scelta che mal calzava a una ragazza di famiglia “per bene”.
“Durante la visita di una mostra di Hermann Nitsch fui molto colpita da quel modo di fare arte che non corrispondeva ai dettami della estetica accademica, ovvero il quadro da cavalletto o la scultura a tutto tondo; capii che i miei studi avevano bisogno di essere alimentati dal pane della filosofia e mi iscrissi alla Facolt di Lettere indirizzo artistico”.
DA NAPOLI A PARIGI
Dopo una fase dedicata alla pittura e scultura Pugliese riversa le sue energie in una ricerca di senso dell’essere attraverso una contaminazione linguistica che predilige le nuove soluzioni multimediali lievitano opere dove suono, parola, immagini video, materiali del mondo vegetale convivono e si completano in piena armonia strutturale. Il tema dell’alfabeto nella produzione della Pugliese è ripreso più volte, a partire da una mostra del 1986 al Grand Palais di Parigi nella quale partendo da citazioni del testo Linea, punto, superficie di kandinski trae spunto per una riflessione sui segni di interpunzione.
Anche l’alfabeto ha origine dalle piante; gli alberi erano imago e i fonemi identificativi degli alberi topoi delle divinit e di eventi naturali. I grafemi erano di conseguenza nominati solo dai sacerdoti.
Nel 1997 presso l’Istituto Suor Orsola Benincasa ha luogo Eros una mostra che determiner la veste definitiva di questa sua personale ricerca intellettuale. Uno dei lavori in cui è diviso l’intero progetto di Eros consiste in una serie di foto ripartite nello spazio in forma di croce, dove la fascia verticale presenta immagini che contengono date degli equinozi e solstizi; il primo e l’ultimo sono il solstizio d’estate, cambia soltanto l’anno, per il principio di affermazione della circolarit del tempo vero. La fascia orizzontale delle foto contiene una doppia immagine speculare in cui ad un certo punto una delle due figure si azzera nell’altra che emerge dal magmatico nulla è il se! Le foto sono stampate senza ricevere un fissaggio, ovvero lasciate in balia dei cambiamenti che il tempo decide di infliggerle. “In questa sua personale Anna Maria intreccia ad un’esigenza di controllo formale e costruzione dell’opera una tensione a sprofondare verso una necessit interiore che di ogni uomo è il filo segreto”.
E ARRIVA A BOSTON
In "Quoad vides?" Il bel vedere come estetica dello spazi, 2003, nelle Prigioni del Castel dell’Ovo di Napoli lo spettatore è invitato al interagire con l’opera nel tentativo di ricomporre una visione alterata della stessa, spingendosi al di l di un approccio convenzionale alla vita.
Il principio di partecipazione attiva dello spettatore all’opera d’arte è ripreso con incisivit al Memorial Drive di Boston, estate 2010, con L’albero di Eva una installazione di immagini appese ai rami di un albero a cui si abbinavano frasi trascritte in linguaggi differenti, a testimonianza dell’aspetto cosmopolita degli Stati Uniti d’America..
Il pubblico era chiamato a intraprendere una scelta di linguaggio che ne determinava l’appartenenza , talvolta anche il livello socio-culturale. La partecipazione esterna all’opera determina una ulteriore operazione di comunicazione culturale nel momento in cui i partecipanti fotografano se stessi nell’atto della scelta linguistica ed inviano il materiale visivo per via telematica, sovrapponendo ai presenti un nuovo e più recente linguaggio, quello di facebook.
In alto, Annamaria Pugliese, in primo piano, nella performance di studio oggetto a Milano. In basso, un’installazione dell’artista a Capodimonte nel 1999