Giovani sfaccendati e spendaccioni, genitori ruffiani, uomini solo all’apparenza rispettabili, canzonettiste interessate, figli illegittimi, potenti per casta, mariti traditori ma gelosi e donne vittime di uomini bugiardi e meschini ma che cominciano a rivendicare i propri diritti: è questo il campionario umano nell’officina teatrale di Vincenzo Scarpetta.
Mondo che emerge tutto anche nel secondo volume dell’opera di Vincenzo Scarpetta, Teatro,(1900 -1910) che si presenta domani, venerdì 25 novembre, alle 17, nel foyer del teatro Augusteo di Napoli in piazzetta Duca d’Aosta.
Il libro è curato da Maria Beatrice Cozzi Scarpetta, che da anni si dedica allo studio e alla riscoperta della sua opera. Con la curatrice intervengono, il critico teatrale Giulio Baffi e il docente Paolo Sommaiolo (Università l’Orientale di Napoli). Modera, la giornalista Delia Morea. Letture di brani del testo a cura degli attori Roberta Serrano, Antonio Buonanno, Elisabetta Centore, Mimmo Cacciapuoti.
I lettori sono accompagnati nella feconda e brillante produzione del commediografo e sceneggiatore, figlio del celebre Eduardo, che permette di riscoprire un grande nome del teatro napoletano. La curatrice propone la trascrizione fedele di alcune commedie inedite, scritte nei primi tre decenni del ’900, uno spaccato del teatro napoletano, della città di Napoli, e dei primi trent’anni della storia del teatro italiano.
Nel primo volume dell’opera, già uscito per i tipi della casa editrice Liguori, sono state presentate quattro commedie scritte tra il 1910 e il 1920: ’O tuono ’e marzo, Statte attiento a Luisella, La vendetta di Ciociò e ’O guardiano ’e muglierema. In questo secondo volume si propongono altre cinque commedie inedite scritte tra il 1900 e il 1910 in cui si respira il fascino e la scintillante atmosfera della Belle Èpoque: Ddoje gocce d’acqua, È femmena o è diavolo?, L’Albergo del Serpente o Tanta guaje pe durmì, La Signorina Cochelicò e Il Signor… 39. A corredo, locandine teatrali, caricature, disegni e fotografie di Vincenzo Scarpetta.
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