Isso, issa e ‘o malamente vennero dopo. In principio erano testi che parlavano di amori, di condizioni di donne maltrattate, (oggi stalking) accenni al sociale, insomma era il teatro dei teatranti che portavano i loro lavori nei paesi, scavalcando montagne.
Il genere, del tutto peculiare alla realt artistica partenopea, nasce storicamente nel primo dopoguerra, lo scopo era quello di unificare il genere musicale classico con il teatro.
La sceneggiata fior nel 1918 quando a Napoli “scoppiò la pace”.
La prima “opera sceneggiata” fu allestita dalla compagnia di G. D’Alessio che rappresentò l’opera Pupatella, tratta dall’omonima canzone di Libero Bovio, legata ai temi del tradimento. Le rappresentazioni erano, infatti, imperniate su una canzone di grande successo, dalla quale la sceneggiata prendeva il titolo e, attorno al tema musicale, veniva costruito un testo teatrale in prosa. Risultava cos un lavoro in cui canto, ballo e recitazione si fondevano in un’unica rappresentazione. Non mancava mai “A mamma, ‘o nennillo, il comico e la comica. Poi il tutto prese una piega diversa, involgarita con delitti, pistole e affronti.
Previo appuntamento, incontro in un locale napoletano tre artisti che hanno vissuto il fenomeno della sceneggiata. Artisti differenti nel loro modo di esprimersi, ma accomunati da una unica passione “O Teatro”,
La cantante degli stornelli napoletani (la gigliaiola)
NUNZIA MARRA. “Cantare è sempre stata la mia più grande passione. Mentre ero affaccendata nei lavori di casa cantavo, la gente si fermava sotto il mio balconcino ad ascoltare, i muratori interrompevano i loro lavori, mentre la mia voce echeggiava nei vicoli del quartiere Sanit . Cos, piano piano, ho iniziato a fare di questo dono divino un vero e proprio lavoro. Matrimoni, feste di piazza. A volte mi esibivo anche quindici volte al giorno, non mi pesava ero felice di regalare emozioni. Il mio primo debutto nella sceneggiata è stato al teatro 2000 con “Santa Maria degli Angeli”. Giravo per tutte le citt d’Italia, poi arrivò la proposta di cantare per le feste dei gigli, antica tradizione popolare, mi esibivo ogni anno sopra i bellissimi gigli di Nola e Barra. Ho dedicato la mia vita al canto, alla mia famiglia, e quando il dolore più grande mi ha colpita, ci la perdita di mio figlio, allora tutto è cambiato, non avevo voglia di uscire sembrava che il mondo si fosse fermato, e, quando poi per forza maggiore, volevo ritornare a cantare, tutto era cambiato, nuove tecnologie il dischetto come base musicale, il pc, e tante altre cose a me sconosciute. Io sono attaccata alle vecchie tradizioni, cantare anche solo accompagnata da chitarra e mandolino mi farebbe piacere. Il mio dono di dio sta qua, e la mia voce è sempre quella della “Gigliaiola e di Stornelli Napoletani”.
La signora Marra intona “Duje cardilli jnte ‘a caiuola” un suo pezzo storico. Mi guardo intorno, sento e vedo che i giovani (molto giovani) l’accompagnano facendole da coro e dimostrando di conoscere il testo. L’artista ha mantenuto il suo timbro di voce squillante e passionale.
Le faccio una ultima domanda Tornerebbe a cantare?
” Sono pronta, il dolore è nel mio cuore, ma la vita deve andare avanti, i tempi sono cambiati il sistema commerciale è cambiato ma sono pronta a ritornare, stasera ho avuto la conferma che ancora il pubblico mi vuole e mi ricorda nonostante che sia passato tanto tempo. Penso di incidere un nuovo cd con un brano nuovo, recuperando anche i miei vecchi successi. Ho in cantiere un progetto con il gruppo “le Coccinelle” e aspetto proposte perch la voglia di ritornare è tanta”.
ANTONIO BUONOMO“Nasco come cantante, partecipo ad alcune edizioni del Festival della canzone napoletana, nel 1976 partecipo al Festival di Sanremo con La femminista, canzone che fece un certo scalpore per il suo testo provocatorio. I successi sono stati tanti di una lunga lista, poi il mio debutto sul palcoscenico nel sessantotto con la sceneggiata “Guappetella” era d’uso estrapolare dal brano musicale la trama teatrale, poi ancora altri debutti, feste di piazza, matrimoni. Insomma un percorso che tutti i miei colleghi hanno fatto
Negli anni settanta, qualcuno ha sporcato quello che era diventato il fenomeno più seguito e applaudito dal pubblico partenopeo. Grandi nomi che si esibivano, dal maestro per eccellenza Mario Merola ai fratelli Maggio, ancora l’indimenticabile Mario Abbate. E ancora prima, la storica compagnia Cafiero e Fumo. Potrei citarne tanti, molti sono scomparsi, qualcuno si è ritirato dalle scene, altri dimenticati. Io continuo l’attivit nel mondo dello spettacolo, affiancando alla carriera di cantante quella di attore di cinema e di teatro. Guardando sempre al futuro”.
Chiedo al maestro Buonomo, visto che il fenomeno è svanito, che al posto del tempio della sceneggiata, il teatro 2000,oggi esiste una chiesa,che il Teatro Trianon, diventato un cinema a luci rosse, poi è stato recuperato per i grandi eventi dove quasi nessuno propone e ripropone la vera “Sceneggiata”