Settembre, si sa, è il mese nel quale si preferisce frequentare le stazioni termali; a detta dei medici, infatti, questo è il periodo in cui l’organismo trae maggior beneficio dalle cure.
Ma non per tutti è così come potrebbe testimoniare il povero Ernesto. Nella hall dell’albergo più importante della cittadina termale, un gruppo di uomini chiacchiera, per la verità, un po’ troppo ad alta voce, conseguenza di un dopo cena, a base di molti ricordi e non pochi bicchieri. Il personale ha abbassato le luci forse nella speranza di una rapida conclusione di una giornata, per loro, particolarmente faticosa. Siamo nel pieno della stagione turistica e occorre preparare ancora i tavoli per le colazioni del mattino.
Ernesto saluta gli amici; preferisce rientrare ricordando la promessa fatta alla giovane moglie di non tardare e, soprattutto, di non fermarsi a giocare a carte. Sale al terzo piano; il corridoio è, ormai, nella semioscurità.
Entra in silenzio in camera. Sua moglie dorme. Preferisce non accendere la luce per non svegliarla. Si spoglia in silenzio e si addormenta. Dopo qualche ora, qualcuno apre la porta. Ernesto si alza assonnato e non ancora completamente lucido.
Sulla porta un giovane uomo lo guarda in silenzio.
– Ma, scusi?
– La prego signore, abbassi la voce, mia moglie dorme.
– La prego di scusarmi ancora. Devo aver sbagliato camera.
La mattina dopo Ernesto si alza presto, evita di aprire le tende ed esce piano per non svegliare la moglie. Ha deciso che completerà le sue pulizie personali al Circolo della vela dove è diretto.
Verso le undici una telefonata della moglie gli ricorda l’appuntamento, fissato il giorno prima, con una coppia di amici con i quali avrebbero pranzato nel ristorante dell’albergo.
Al suo rientro la moglie gli si avvicina trafelata.
-Caro, sei uscito presto questa mattina; non ti ho sentito e per la verità non ti ho sentito nemmeno questa notte quando sei rientrato.
-Sì, cara; aveva ragione il dottore. La cura termale e anche l’aria di mare mi hanno fatto bene; non dormivo così di gusto da tanto tempo.
Ernesto è contento. Ama la sua giovane moglie e vederla felice lo ripaga del sacrificio economico sopportato per quella vacanza.
Nella hall dell’albergo vi è una grande agitazione.
– Che cosa sarà successo? Chiede Ernesto.
-Come, non hai sentito? gli dice sua moglie.
– Questa mattina è successa una cosa terribile. Un uomo ha ucciso sua moglie suicidandosi a sua volta. Sembra che rientrando, all’alba, l’abbia scoperta insieme al suo amante. Tutta la mattina la polizia ha interrogato il personale ma pare che nessuno abbia visto o sentito niente.
Ernesto ha ascoltato, in silenzio. Qualcosa non gli risulta chiaro. Le chiede scusa ma prima di andare all’appuntamento con gli amici, preferisce, le dice, cambiarsi d’abito. Nell’ascensore, insieme a lui, salgono due inservienti che parlano tra loro.
-Ricordati di sistemare quella porta al terzo piano. Devi avvitare, nel verso giusto, il numero 9 alla 309.
-Ma è la camera del delitto, risponde l’altro abbassando la voce, non si potrà entrare.
-Sì certo, la polizia ha posto i sigilli ma, esternamente puoi lavorare.
Ernesto rimane, per qualche minuto, in silenzio. Un sudore freddo e un impercettibile tremito gli bloccano ogni reazione. Durante il pranzo non è di ottimo umore cosa che, dopo, la moglie gli rimprovera.
Non si sentiva bene, si giustifica Ernesto e difatti, la sera, si mette a letto con una febbre altissima che gli durerà parecchi giorni senza che il medico riesca a diagnosticare un qualsiasi malanno. Per cui concluderà che, certo, il clima termale non gli era favorevole.
Dopo alcuni giorni partono e, da quella volta, non sarà più possibile convincerlo a ritornare in una stazione termale.
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Foto di Elizabeth Mosaidis da Pixabay

L’AUTORE
Racconti e riflessioni che partono dall’assurdità della vita. E finiscono per inchiodare l’attenzione di chi legge fino alla fine. L’epilogo lascia sempre un po’ di perplessità. Nulla è scontato: è questo la principale caratteristica narrativa di Francesco Divenuto.
Già professore ordinario di storia dell’architettura all’università Federico II di Napoli, ha anche scritto numerosi saggi su riviste specializzate e due romanzi “Il capitello dell’imperatore. Capri: storie di luoghi, di persone e di cose” e “Vento di desideri “(edizioni scientifiche italiane). Negli ultimi anni si è dedicato anche a molte pubblicazioni collettive.

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