Ultimissime sulle Macchine Anatomiche del Principe Raimondo di Sangro di Sansevero.
Maurizio Ponticello, al Gambrinus, in un incontro organizzato dalla Provincia di Napoli dinanzi a molti curiosi e alcuni giornalisti, espone il suo resoconto giornalistico pubblicato a pag.40 della rivista “Fenix” col titolo”l’ultima beffa del Principe Nero”. Il suo pezzo prende spunto dalla pubblicazione il 3. 12. 2013 sulla rivista americana AJMG, American journal of Medical genectis, che tratta della ricerca scientifica effettuata su alcune enigmatiche e famose opere del nobile alchimista e scienziato del’700 napoletano.
L’indagine è stata condotta da una quipe di dieci medici campani, specialisti in cardiologia, genetica e scienza vascolare Domenico Galzerano, Diana Lama, Matteo della Monica, Fabio Acquaviva, Fortunato Lonardo, Francesca e Gioacchino Scarano, Giovanni Gregorio, Sara Di Michele, Francesca Sguazzo. In sintesi, concludono che i due corpi “mummificati” con scheletro e sistema circolatorio in bella vista, presenti nella Cappella, hanno delle anomalie.
Si è arrivati a definire che il sistema cardiocircolatorio dei due corpi sia stato assemblato col fil di ferro, cordini e resine colorate col nero di fumo, azzurite, porporina e cinabro. I cuori, le vesciche e i testicoli del maschio sarebbero stati riprodotti con una cera speciale ricavata da erbe e fiori bolliti con Sali. Le ossa sono tenute da perni metallici, chiodi e fil di ferro. Le arterie, vene e capillari hanno diversi spessori. Le ossa del cranio sono separate e congiunte da cerniere. Il grembo della donna fa ipotizzare la morte durante il parto. Anomalie vistose nella struttura delle arterie e delle vene. I “difetti di fabbrica” sono da attribuire alla scarsa conoscenza dell’epoca del sistema circolatorio conosciuto soltanto nel XIX secolo.
Non viene esclusa l’uso di sostanze metallizzanti iniettate in uno dei due corpi. Le anomalie sono meno vistose nel maschio ma quelle presenti nella donna non avrebbero permesso la vita. Era gi nota la teoria che i due fossero due servi del Principe. Era, ai piedi della donna, un feto, collegato ancora dal cordone ombelicale, rubato negli anni sessanta da occultisti che avrebbero anche sottratto frammenti di vene per le loro pratiche di psicomanzia. Altra teoria che rimane credibile è la collaborazione con un medico sacerdote di Palermo, Giuseppe Salerno, esperto nell’imbalsamazione di cadaveri.
Risulta dai documenti che il maschio “uno scheletro elaboratissimo da ogni parte costruito con impegno e con arte di opere meccaniche” mostrava l’osteografia e l’angeologia con 261 ossa. Fu presentato “l’artificio anatomico” da Salerno a Re Carlo di Borbone nel 1756 e ai nobili letterati di corte. Tra questi era il Principe, cavaliere dell’Ordine di San Gennaro(1740) e Gran Maestro della Libera Muratoria(1751), amico del Sovrano. Rimasto affascinato dalla tecnica, gli propose di lavorare per lui in un palazzo, fuori citt , sulla colina del Vomero. Il Principe e Salerno erano a conoscenza di cose che sarebbero state scoperte dopo. Erano accecati dal lume del sapere. Conoscere la vita attraverso la morte.
Il Principe è animato dalla conoscenza ermetica chiusa tra le due fasi della morte e della rinascita, catabasi e anabasi. I suoi segreti sono morti con lui o sono segretati nelle sue pagine dense di allegorie e di simboli esoterici. Egli compie un viaggio segreto nella sua vita vissuta nella Massoneria. S’introduce con la sua cultura in un labirinto in cui non è permesso l’accesso ai profani e alle nature psichicamente inferiori. Studia il cuore e il sangue. Il primo è il Centro segreto dell’uomo, la coppa di Graal. Il sangue è il “calore animatore”, funzione vitale che circola.
In foto, il principe Raimondo di Sangro