Ultime battute di percorso per il Ravello Festival dopo Covid. Weekend finale del cartellone che riporta la musica sul Belvedere di Villa Rufolo con due orchestre campane, quelle del San Carlo e la Filarmonica di Benevento e uno dei maestri del jazz attuale, Brad Mehldau.
Venerdì 11 settembre (20.30) seconda esibizione della stagione per l’Orchestra del Teatro di San Carlo di Napoli che torna a Ravellodiretta da Marco Armiliato, uno dei nomi più celebri della direzione d’orchestra contemporanea. Genovese di nascita, dopo gli studi ha girato il mondo, accolto sui palcoscenici internazionali più importanti (dal Metropolitan di New York alla San Francisco Opera, alla Staatsoper di Vienna) portando ai più alti livelli i grandi titoli dell’opera italiana e non solo. In programma due pagine celebri di Shubert: l’Ouverture in re maggiore “im italienischen Stile”, D.590 e l’Ouverture in do maggiore “im italienischen Stile”, op.170, D.591 e la Serenata n.1 in re maggiore per orchestra, op.11di Brahms. Il concerto potrà essere seguito in streaming sulla pagina Facebook del Ravello Festival e sul maxischermo allestito in Piazza Duomo a Ravello.
Sabato 12 settembre (20.30) a debuttare sul palco del Belvedere sarà l’Orchestra Filarmonica di Benevento diretta da Carlo Rizzari, nuovo direttore stabile dell’Orchestra che vanta la direzione onoraria di Antonio Pappano.
L’ensemble nasce nel 2014 per espressa volontà di talentuosi musicisti del territorio sannita. L’Associazione Musicale Culturale “I Filarmonici di Benevento” è la struttura portante sulla quale è costruita l’orchestra che si sta affermando sul panorama musicale non solo italiano. In omaggio ai 250 anni della nascita di Beethoven, in programma l’Ouverture, l’Adagio e il Finale da “Le Creature di Prometeo”, op. 43 e la Sinfonia n. 7 in la maggiore, op.92.
Domenica 13 settembre (20.30) sarà Brad Mehldau a chiudere il Ravello Festival. Considerato un enfant prodige del jazz ma con un’educazione classica, ha più volte affrontato composizioni di autori classici sia su disco che dal vivo, è l’artefice di un pianismo a tutto campo, che possiede cioè un’ampiezza di sensibilità, di tocco e di riferimenti culturali, tesa a trascendere pienamente il tipico e limitato approccio del pianismo jazzistico mainstream. La data di Ravello sarà l’unica occasione per ascoltare il musicista statunitense (foto di Brad Michael Wilson) in Italia in questo 2020.
E il direttore artistico di questa edizione Alessio Vlad traccia un bilancio positivo: « Ravello ha dimostrato, una volta di più, di meritare a tutti gli effetti il titolo di Città della Musica e in questo momento, grazie alla partecipazione di alcuni dei più importanti artisti oggi in attività, ha dato un segnale di ottimismo e di speranza nel futuro. La funzionalità dell’Auditorium offre l’opportunità di immaginare un serio e strutturale progetto di destagionalizzazione in cui, mi auguro, potranno essere coinvolte alcune di quelle personalità e compagini che hanno partecipato a questa edizione che vorrei si legassero a Ravello con un rapporto duraturo e costante».
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