La dieta mediterranea fa bene alla salute. Lo conferma un recente studio condotto dai ricercatori dell’Istituto di scienze dell’alimentazione del Cnr di Avellino e dell’Università Federico II di Napoli: dimostra che una dieta con un basso indice glicemico potrebbe contribuire a prevenire il diabete 2,. La ricerca è pubblicata su Nutrients.
Spiega Rosalba Giacco, ricercatrice nell’Area di nutrizione umana e metabolismo presso il Cnr-Isa di Avellino e responsabile del progetto di ricerca: «Il principale presupposto di questo studio è rappresentato dalla consapevolezza che abbassare la glicemia dopo il pasto può essere una strategia efficace per ridurre l’incidenza del diabete; infatti, l’aumento della glicemia postprandiale rappresenta l’inizio del processo che porta allo sviluppo della malattia».
Precedenti studi hanno dimostrato che alimenti ad alto indice glicemico – come il pane bianco, il riso, la polenta, la pizza e le patate – favoriscono l’aumento della glicemia. Pertanto, le persone con diabete per mantenere sotto controllo la glicemia dopo il pasto devono ridurre il consumo di questi alimenti, preferendo non solo quelli ricchi in fibre, come legumi, frutta, verdura e cereali integrali, ma anche quelli con un basso indice glicemico, come la pasta, il riso parboiled, le piadine. Tuttavia, non è mai stato appurato se anche per le persone in sovrappeso, a rischio di sviluppare il diabete tipo 2, possano essere utili scelte alimentari che tengano conto dell’indice glicemico.
Hanno partecipato alla ricerca 160 persone in sovrappeso, a rischio di sviluppare il diabete, reclutate nei tre centri universitari in Italia, Svezia e USA. A esse veniva assegnata in modo casuale una dieta con alimenti a base di cereali con diverso indice glicemico per un periodo di tre mesi; tutte le altre caratteristiche della dieta erano identiche nei due gruppi.
Il profilo glicemico giornaliero, misurato mediante prelievi effettuati ogni ora prima e dopo la colazione e il pranzo fino al tardo pomeriggio, aumentava dopo tre mesi di dieta con gli alimenti ad alto indice glicemico mentre rimaneva inalterato in coloro che erano stati assegnati alla dieta a basso indice glicemico. «La differenza più marcata tra i due gruppi si registrava per la risposta glicemica dopo il pranzo, che alla fine dell’esperimento era pressoché dimezzata nel gruppo con dieta a basso indice glicemico», conclude Giuseppina Costabile, ricercatrice dell’Università Federico II e coautrice dello studio.
I numerosi dati raccolti in questo studio saranno utilizzati per comprendere meglio le interazioni tra la dieta, la flora batterica intestinale e il profilo dei metaboliti plasmatici. Obiettivo: interpretare le differenze interpersonali nella risposta glicemica alla dieta, nella prospettiva di una precisa nutrizione.
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