Adesso i bambini ammalati di tumore  al cervelletto hanno una speranza. Grazie agli studi nei laboratori del Ceinge, il centro di ingegneria genetica e biotecnologie avanzate di Napoli. I ricercatori hanno individuato la “regia” delle metastasi e sperimentato un farmaco che ferma il proliferare metastatico e  inverte il processo da maligno in benigno.
La molecola, testata su modelli murini, è risultata efficace e senza controindicazioni.  Ora dovrà ora essere sottoposta agli studi di tossicità e farmacodinamica nell’uomo, perché possa essere utilizzata a scopo terapeutico nei bambini.
Un traguardo importante per la diagnosi e la cura di un tipo tumore pediatrico, il medulloblastoma gruppo 3, per il quale oggi, in pratica, non esiste terapia.
Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionaleBrain” (Oxford, Journal of Neurology), è stato realizzato dall’équipe coordinata da Massimo Zollo, docente di genetica della Federico II di Napoli (nella foto, con il suo gruppo di ricerca).
Spiega Zollo: «Si tratta del primo lavoro che dimostra una efficacia di terapia nei tumori di gruppo 3 di Medulloblastoma. Adesso finalmente abbiamo un arma, una piccola molecola che può essere usata per sviluppi clinici. Purtroppo, per avviare questa attività per studi nell’uomo occorrono investimenti, siamo pronti ad accogliere azioni di aziende farmaceutiche che vogliano investire in questo sviluppo e portare questa molecola a diventare farmaco. Siamo in grado di passare subito agli studi di fase 1, in Italia e all’estero».
Gran parte degli esperimenti, avviati da Pasquale de Antonellis, sono stati eseguiti da una giovane dottoranda della scuola europea di medicina molecolare, Veronica Ferrucci. Un lavoro di squadra quello che ha prodotto questo risultato, a metà strada tra sala operatoria e laboratori, tra clinica e ricerca scientifica. Hanno partecipato allo studio anche laboratori di ricerca internazionali. In tanti e con diversi know how hanno contribuito alla scoperta: genetisti, chimici, biochimici, farmacologi, structural biologist, chirurghi, patologi. Da Napoli a Londra, passando per Duesseldorf, Parigi e Uppsala, fino a Toronto e San Francisco.
A  donare una parte di sé alla ricerca, il piccolo Leo, che si è spento oltre due anni fa. Leonardo era affetto da un medulloblastoma di tipo 3, che non gli ha lasciato scampo. Aveva 5 anni quando gli è stato diagnosticato.
Racconta Zollo: «Un giorno è venuto qui al Ceinge con i suoi genitori. Al suo papà aveva chiesto di trovare il migliore studioso del suo male. Leo è stato con noi, è entrato nei laboratori, ha conosciuto i nostri ricercatori. Ha voluto che gli spiegassimo cosa facciamo. Il suo coraggio non è stato vano».

 

 

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