“La Cantata dei Pastori” nella chiesa S. Gennaro all’Olmo in via S. Gregorio Armeno 35 in una libera interpretazione dei “Lazzari e Briganti” con Marialuisa Acanfora e Rino Napolitano.
l’opera di Andrea Perrucci (1651-1706) “Il Vero Lume tra l’Ombre” con l’inserimento del noto canto “quanno nascette ninno” del 1754 di S. Alfonso Maria de’Liguori. Trattasi della nascita di Gesù, resa ancora più travagliata dai tanti ostacoli interposti dai diavoli, scritta con un linguaggio popolare per la presenza tra i protagonisti di pastori contadini cacciatori.
Tra questi due napoletani Razzullo, scrivano, interpretato da Rino e Sarchiapone, barbiere, interpretato da Marialuisa, dotata di particolare fascino, si tramuta con barba e goffa negli abiti di scena d vita col suo talento al personaggio. Scoppiano applausi e risate. Vivono in simbiosi con amore per il teatro che regalano al pubblico gratuitamente con gioia. Lei non è ora la bella Colombina con Rino nel ruolo di Pulcinella sullo stile classico di Petito. I “Lazzari” ancora una volta offriranno momenti di genuina ilarit . Non solo. Lo spettacolo offre informazioni storiche sulla vicenda in scena perch Rino intermezza il recitato con colte spiegazioni sui personaggi rendendo partecipe la platea. Fa suo, un po’, lo s tile di Dario Fò.
uno spettacolo della tradizione napoletana che si ripeteva ogni anno. Era molto seguito da ogniceto per il suo abbinamento spassoso del sacro al profano. Interpreta la struttura del linguaggio muto immobile raffinato esoterico del presepe animato da scrosci d’acqua, da luci fioche, da scintille sfavillanti del fuoco accesso nella taverna a fianco alla grotta.
Il fuoco e la taverna sono l’Inferno con l’umanit che gozzoviglia, la grotta è il Tabernacolo. La presenza dei napoletani nella storia, simile ad una favola, di Perrucci (R.C. Ugone in arte) è per rendere omaggio a Napoli che nel 1025 aveva gi il primo prototipo “nelle sacre rappresentazioni” nella Chiesa di ” Santa Maria al presepe” in cui la stalla era fatta con “tettoie in legno” rette da piccoli tronchi d’albero. Nel 1223 a Greccio lo realizza un francescano napoletano. Il Perrucci legge nel presepe la dualit del divino e dell’umano pagano. Angeli belli biondi sorridenti. Popolo abbrutito dalle privazioni e dai mestieri.
Il pubblico dei “Lazzari” si diverte sempre. Nessuno rinuncia a ridere, a cantare con Rino e ballare con Luisa. Il Duo, riflettendo, porta alla memoria la storia del teatro della Commedia dell’Arte. Gli attori si scrivevano il canovaccio, viaggiavano con le loro attrezzature sceniche e si esibivano presso chi li ospitava. I “Lazzari” non vanno nei castelli ma presso associazioni culturali. Lo spettacolo presenta spesso piacevoli sorprese. La prossima sar l’esordio di Federica Mosca, gi brava a dodici anni. Sar emozionata e sar aiutata con applausi.
Lo spettacolo di Rino e Luisa terr intatta la sacralit del testo noto anche con il titolo, che evidenzia il riferimento al presepe, “La spelonca Arricchita per la Nascita del Verbo Umano”.
L’associazione “Lazzari e Briganti”, per i contenuti e per l’opera di divulgazione culturale profusa, ha il patrocinio morale del “Club Unesco Napoli “e del centro culturale Megaris.
La prima serata si svolger sabato 14 dicembre alle 17,30 nella chiesa di S.Gennaro all’Olmo.
Una seconda replica si terr nello stesso luogo il sabato 28 dicembre alle ore 17,30.
La terza il 5 gennaio, spettacolo alle 20,30 in S. Maria delle Grazie a S. Gregorio Matese(Caserta).
Per informazioni e prenotazioni info@lazzariebriganti o, meglio, al 393.04.081.89
Nella foto, la figura di Sarchiapone