Eroi non si nasce ma si diventa per scelta, per necessità, qualche volta per caso. Quella di Mario Paciolla è una storia che il popolo di Napoli non smetterà mai di raccontare, nemmeno quando giustizia sarà fatta, nemmeno quando i colpevoli salteranno finalmente fuori. È una storia triste che ha trasformato un giovane uomo, un professionista che lavorava nell’ambito della cooperazione e dei diritti umani, un giornalista e un poeta in un eroe suo malgrado.
È una storia tragica che ha cambiato per la sempre la vita di due genitori che aspettavano solo che il figlio tornasse dalla Colombia.
Anna Maria Motta e Giuseppe Paciolla sono due eroi che portano avanti la memoria del figlio, persone normali che hanno dovuto farsi carico di una battaglia estenuante per la verità e la giustizia, per Mario, e per tutti i figli che non torneranno più a casa perché qualcuno ha deciso che forse sapevano troppo, per tutti i napoletani che non vedranno più il mare , per tutti gli italiani e i cittadini del mondo che anche dopo aver fatto la valigia e chiesto alla propria madre cosa mangiare al ritorno sono misteriosamente morti.
Questa è la storia di Mario che gli amici organizzati nel collettivo Giustizia per Mario Paciolla non smettono mai di raccontare, di portare in giro affinché non ci siano più segreti e sotterfugi. Eroi per scelta, eroi per amore. Eroi che stanno sempre in prima linea, come Mario che usava le parole per costruire un ponte tra i popoli.
Come ha fatto Valerio Bruner con la canzone Sempe ccà , cantautore partenopeo, anch’egli eroe per amicizia, che insieme a Salvatore De Chiara e Alessandro Liccardo hanno realizzato quest’estate un documentario che raccoglie testimonianze e pensieri dei tanti che hanno conosciuto Mario.
Un docufilm “Come Fuoco” che restituisce un ritratto inedito di un uomo che, ripeteremo fino alla nausea, stava tornando a casa prima di essere ritrovato morto in casa sua in Colombia. Una storia che la procura di Roma ha archiviato come suicidio, una storia che non vogliamo vada a finire nel dimenticatoio.
Nuovi eroi si affiancano a quelli che dal 15 luglio 2020, giorno della sua morte, non si danno pace, non si fermano perché non ci siano altre vite stroncate per omertà e paura, per vigliaccheria e per interessi altri, più alti all’apparenza di ognuno di noi. Perché quella di Mario poteva essere la storia di ognuno noi.
Ecco perché dobbiamo provare ad essere tutti eroi, come Mario, Giuseppe, Anna, Valerio, Simone e i ragazzi del collettivo, Desirèe Klain che ha assicurato il sostegno di Articolo 21 alla campagna.
Come i due avvocati Emanuela Motta e Alessandra Ballerini, già legali della famiglia Regeni e che assistono la famiglia. Come il giornalista Claudio Silvestri, segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania che lunedì mattina ha ricordato presso la Sala del Capitolo nel Complesso Monumentale San Domenico Maggiore la storia di Mario durante una conferenza stampa per la presentazione di un murale a lui dedicato, sul muro del liceo scientifico Vittorini a Napoli che frequentava da ragazzo.
Un murale che sarà realizzato da un altro eroe di questa città, Jorit, street artist napoletano conosciuto in tutto il mondo. Mario si andrà ad aggiungere alla Human Tribe dell’artista, uomini e donne coraggiose, eroi ed esseri umani allo stesso tempo, appartenenti a una solo grande tribù. Mario ci guarderà da quel muro e noi guarderemo lui tutti i giorni per non dimenticare.
Per non dover ricevere telefonate nel cuore della notte, come quella ricevuta da Anna, da una madre, da mia madre, tua madre che ci dicano che un figlio, che aveva anche il biglietto dell’aereo già comprato, non tornerà più a casa perché si è tolto la vita.
Un nuovo tassello si va ad aggiungere a questa continua fame di giustizia. Un’opera internazionale che porterà questa storia oltre i confini di Napoli e dell’Italia stessa. Un ritratto, realizzato con il sostegno di Gesco e della società Argo, che verrà inaugurato il 28 marzo, il giorno del suo compleanno.
Dobbiamo provare ad essere tutti eroi, ognuno come può, ognuno come sa. Ecco perché è possibile contribuire alla realizzazione dell’opera con una donazione a questo link.
Eroi, come Manuela Belfiore e altri artisti, tanti, che hanno donato le loro opere messe in vendita per continuare a raccogliere fondi, perché il murale di Jorit è di tutti, sarà di tutti questi artisti uniti. Eroi come chi sceglierà di lasciare una testimonianza, caricare foto o video in totale sicurezza e anonimato sulla piattaforma marioveritas.org .
Contribuire alle indagini è importante e chi sa può ancora scegliere. Essere eroi è una scelta. Un altro modo per contribuire alla causa è firmare la petizione promossa dal Comitato Giustizia per Mario Paciolla a questo link.
Tante voci, tante facce, come quelle dipinte da Jorit, come gli amici di Mario, i genitori, gli artisti e i giornalisti tutti che non vogliono fermarsi, che cercano e bramano, che devono sapere. Mario è un eroe, ma non è solo, non lo è mai stato.
Essere eroi è complicato, bisogna mettersi in gioco ogni giorno, tutti i giorni. Da un grande potere derivano grandi responsabilità, noi abbiamo questo potere e adesso possiamo assumerci la responsabilità di non abbassare la testa e girare lo sguardo dall’altra parte. Grazie Mario, grazie a Mario.
In alto, Jorit che realizzerà il murale per Mario Paciolla