Floriana Frega è una nostra lettrice che ci invia una riflessione sul senso della vita, concentrato oggi sull’apparenza e sulla necessità di piacere a tutti i costi, pur di avere visibilità e consensi. Volentieri la condividiamo con voi.


Fin dagli albori della civiltà l’ uomo si è spesso interrogato sul senso della realtà, del suo vivere in un contesto sociale e di quanto importante fosse l’ altrui consenso. Oggi con il sempre più diffuso uso dei social si è sempre più presenti e visibili , tanto da poter modificare la famosa formula del cogito cartesiano in appaio dunque sono. Dalla politica , alla cultura, all’ economia tutto necessita di visibilità e quindi di consenso.
Tuttavia la domanda che sorge spontanea è la seguente: ma ciò che trova consenso nella moltitudine è pur sempre la realtà dei fatti ed è un prodotto di qualità? E inevitabilmente la risposta mi viene dal mondo antico e mi torna alla mente quella frase di Diogene il cinico “Quando la gente lo applaudì freneticamente, [Focione], si rivolse a uno dei suoi amici e disse: “Ho detto qualcosa di stupido?”.
Riuscire a colpire la massa necessita spesso di luoghi comuni , di un pensiero poco critico e facilmente condivisibile. La popolarità genera consensi ma il consenso ha un prezzo talvolta davvero molto alto da pagare poiché spesso a rimetterci è la stessa libertà. Una società sempre più attenta al numero dei consensi è di conseguenza schiava dell’ approvazione altrui e sempre più lontana da un concetto di libertà che nasce proprio dal dissenso.
Inoltre sorge un problema non del tutto nuovo alla filosofia che è quello tra la realtà effettiva delle cose e la percezione che se ne ha di essa.Schopenhauer analizza la contrapposizione tra realtà (volontà) e apparenza (rappresentazione) nella sua più grande opera: “Il mondo come volontà e rappresentazione”.
Diversamente da Kant, il fenomeno è per lui parvenza, illusione, sogno, ovvero ciò che nell’antica sapienza indiana è detto “velo di Maya”; mentre il noumeno è una realtà che si ” nasconde” dietro l’ingannevole trama del fenomeno, e che il filosofo ha il compito di “scoprire” Schopenhauer crede che gli uomini siano “ignoranti”.
Il mondo non è, dunque, per lui così come lo si vede. Egli, Infatti, parla del mondo “come volontà e rappresentazione”. Ciò significa che l’uomo, per Schopenhauer, vede il mondo come lo desidera. Tuttavia è un discorso questo riportabile a tutti gli ambiti sociali moderni, dove tutto grazie ai nuovi mezzi di comunicazione è soggetto ad essere mistificato.
Essere liberi da questa costante dipendenza di apparire costituisce una via altra e mi fa pensare alla frase di Diogene “cerco l’ uomo ” che pronunciava con la lanterna accesa in pieno giorno. Cerco l’ uomo che vive secondo la sua autentica essenza in piena libertà, bastando a sé stesso e aggiungerei che può perfino concedersi il lusso di non piacere a nessuno.
Floriana Frega

Foto di Davis Sanchéz da Pexels

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