C’è un’esperienza che accomuna poeti affermati ed emergenti, penne dal talento indiscusso e autori che, goffamente, provano a imprimere su carta il proprio io più profondo, ed è l’incontro con l’espressione: “No no, io non leggo poesia”, spesso pronunciata alzando le mani, come se stessimo parlando di qualcosa di impuro.
È un momento mortificante, non tanto per l’autore, ma per l’umanità intera; cosa c’è di più umano del condividere un sentimento, di creare empatia scavalcando il muro dell’individualità? Paradossalmente, però, tra blog, forum di poesia e Instagram, c’è una proliferazione quasi incontrollata di poesia, sintomo che, in realtà, ce n’è un bisogno oserei dire ontologico. Questo timore reverenziale nei confronti della poesia, come se fosse un linguaggio elitario comprensibile solo da una nicchia ristretta di intellettuali o, peggio, il fregio di una specifica classe sociale, è la diretta conseguenza di una frammentazione.
È come se dopo l’ultimo movimento letterario di portata internazionale, la Beat Generation, si fossero creati tanti piccoli cenacoli letterari, più o meno chiusi al confronto con altre realtà. Per non palare, poi, del narcisismo e del divismo che, come una parete invisibile, ha creato un’ulteriore divisione tra autore e lettore e, ancor più grave, tra poeta e poeta. È triste vedere che i nostri maestri dialogavano serenamente tra loro, anche a chilometri di distanza, mentre i poeti di questo tempo hanno la tendenza a farsi i fatti loro, cercando per lo più di portare visibilità alla propria comunità poetica. Ad un certo punto, però, succede una cosa.
Durante il lockdown di prima ondata, lo scrittore Paolo Gambi (foto) inizia ad organizzare un ciclo di dirette su Instagram da cui nascono due sillogi, …E TU PUOI CONTRIBUIRE CON UN VERSO e PAROLE NELLA RETE, sulle cui copertine troneggia, a piè copertina, la scritta “Rinascimento poetico”. Già queste due parole, da sole, sono una chiara manifestazione di intenti.
Dopo aver connesso, sia nello spazio delle due raccolte che nel mondo etereo di internet, autori provenienti da diverse parti d’Italia e di diversa nazionalità, Paolo fa un passo ulteriore; dopo aver scritto il manifesto del movimento letterario Rinascimento Poetico, crea un Comitato Centrale o Direttivo nazionale, formato dai referenti delle singole regioni, con il compito di strutturare progetti comuni ed eventi locali.
Da poco è partito il progetto, diretto a tutti i Comuni d’Italia, “La poesia al centro del mondo – Doniamo versi alla tua città”, che sta già riscuotendo numerosi consensi in nord Italia, mentre, verosimilmente da settembre, partiranno i progetti legati alla scuola; in estate, invece, i comitati locali organizzeranno reading e incontri, in attesa di creare un incontro che coinvolga il movimento intero.
Aderire a Rinascimento Poetico è semplice e gratuito, basta inviare, dopo aver letto il manifesto, una mail dal sito e iscriversi alla pagina Facebook per restare aggiornati sui diversi eventi.
“La poesia sta già salvando il mondo”, è vero, ma per renderlo effettivamente un posto migliore bisogna imparare di nuovo ad ascoltarsi.
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