Finalmente riprendono i lavori per la costruzione del canile municipale il cui progetto era bloccato da ben 14 anni, più o meno corrispondente all’et media di un cane.
Una struttura annunciata con moderna tecnologia e con box di ultima generazione dotati di impianti confortevoli per gli amici a quattro zampe.
La Legge Regionale 16 del 24 novembre 2001 obbliga i Comuni a costruire e gestire canili, ma per palazzo san Giacomo il canile rappresenta, oltre all’obbligo, un atto di buona gestione che permette di risparmiare la spesa annualmente sostenuta per il mantenimento dei cani in strutture convenzionate.
I 37 box previsti saranno dotati di impianti idrici, elettrici e riscaldamento. Inoltre, è previsto un impianto di smaltimento delle acque meteoriche, di lavaggio dei liquami solidi e liquidi dei cani, oltre ad un impianto di protezione e disinfestazione da insetti.
Raffaele Del Giudice vicesindaco di Napoli con delega all’ambiente dichiara «Sblocchiamo un’opera che era gi stata finanziata, ferma dal 2002 per un contenzioso che non finiva mai. Sorger su via Janfolla, un’area completamente degradata che sar anche oggetto di riqualificazione complessiva. Un canile dinamico, una metodologia nuova dove gli animali non saranno rinchiusi ma accolti in degli spazi assolutamente vivibili e dove la permanenza è ridotta al minimo per puntare a dare, successivamente, il cane a famiglie idonee».
Vincenzo Caputo Coordinatore Servizi Veterinari ASL NA 1 osserva «Diversi rapporti di associazioni indipendenti hanno riconosciuto che la metropoli di Napoli in rapporto con i propri animali risulta essere all’avanguardia. Basti pensare che sono state superate citt come Torino, Milano e Roma. Questo è un dato molto bello per una citt come Napoli, la sinergia forte tra il Comune di Napoli e l’ASL Napoli 1 permetter l’apertura di un posto dove il cane avr la possibilit di seguire un percorso di riabilitazione e di avvicinamento alla famiglia. Abbiamo ormai una fascia molto marginale di cani randagi ma dobbiamo collocare anche quelli perch mantenere in canile mille cani costa più di due milioni e mezzo l’anno».
Il pezzo forte dell’impianto è il concetto di “dinamico”. A oggi la citt di Napoli risulta essere uno dei Comuni più virtuosi della Regione Campania e, congiuntamente alla ASL metropolitana e al CRIUV (centro di igiene urbana metropolitana), è impegnata nella realizzazione di una nuova tipologia di struttura canile definito “dinamico” è un canile dove grazie a massicce politiche di adozione si assicura un turn over di cani ospitati molto elevato; è un canile che combatte il fenomeno dell’ingresso tout court dei cani nella struttura senza applicare politiche idonee per avviare i soggetti ritenuti adatti all’adozione; è un canile che combatte la carcerazione a vita dei cani mediante anche programmi di rieducazione e socializzazione dei soggetti più problematici (cani aggressivi) grazie al lavoro di medici veterinari comportamentalisti ed educatori cinofili; è un canile che permette di contenere la spesa pubblica per il mantenimento degli ospiti.
Attualmente il Comune di Napoli conta 7 convenzioni con altrettanti canili privati per l’ospitalit dei cani (randagi) trovati sul territorio della citt di Napoli (117 kmq). Uno solo di essi è collocato all’interno della cinta urbana (via Montagna Spaccata), i restanti 2 a Licola, 1 ad Ottaviano, 1 a Giugliano, 1 a Castelvolturno e 1 a Orta di Atella.
Tuttavia ci sono delle cose che devono trovare compiute e chiare risposte.
Le prime cose da chiarire sono queste i 37 box previsti elimineranno definitivamente il randagismo sull’intero territorio comunale, visto che le attuali strutture convenzionate ospitano tantissimi cani in più rispetto alla costruenda struttura pubblica? quanto costa a regime la gestione del canile municipale (più o meno delle attuali strutture private)? con quali figure professionali verr portata avanti tutta questa “avanguardia”, visto che nell’ambito del personale comunale non esistono medici veterinari “comportamentalisti”, educatori cinofili, guardie zoofile, etc.?
Una curiosit nelle slide di presentazione del progetto appare un prato inglese (erba uniforme nel colore e nell’altezza), come si far a mantenerlo “all’inglese” se si dice che quel verde sar a disposizione dei cani per “sgambettare”?
Si rimane molto perplessi sulla vita dei cani ospitati, sia pure “temporaneamente”. Non vorremmo trovarci di fronte a un posto “dorato” rispetto ai canili privati ma pur sempre vissuto come “prigione” dai rispettabili cugini dell’uomo.
Nella foto, amici a 4 zampe in libert . Ma quanto potrebbero esserlo nel canile municipale?