Il sociologo tedesco Ulrich Beck propone per la nuova Europa il modello di un cosmopolitismo contemporaneo. La sua idea viene ripresa da Tzvetan Todorov nel recentissimo saggio intitolato La paura dei barbari.
a questo modello che Napoli dovrebbe guardare, per riproporsi all’attenzione dell’Europa e del mondo come capitale culturale e civile, non più come metropoli delle emergenze. Non si tratta di un’utopia ma di un obiettivo possibile, perch c’è una parte sana della citt  che resiste, nonostante la crisi evidente del tessuto sociale e politico, e che lavora per tentare un riscatto prima di tutto culturale, oltre che economico. In questa parte sana della citt  si colloca l’indispensabile lavoro svolto dalle Universit , perch la ricerca e la formazione sono strumenti fondamentali per la trasformazione del tessuto sociale attraverso la formazione delle giovani generazioni. La nascita e lo sviluppo di nuove classi dirigenti passa soprattutto attraverso gli Atenei e dunque è indispensabile creare dei percorsi che conducano gli studenti verso quel modello civile, moderno e cosmopolita che l’Europa oggi richiede.
Del resto, è ancora opinione condivisa dai più che Napoli sia una citt  straordinaria.pur vero che non è affatto facile risalire la china del baratro nel quale la citt  è caduta in questi ultimi anni in cui l’elemento dominante è stato quello delle mille emergenze ultima in ordine di tempo quella dei rifiuti. Eppure la notoriet  di Napoli è tale che qualsiasi cosa vi accada, nel bene come nel male, produce un’eco nel resto del mondo, allargandosi oltre i confini nazionali per colpire l’immaginario collettivo.
La fama di Napoli, della sua cultura, della sua storia millenaria, dei suoi simboli è un capitale che è tempo di far fruttare, per rilanciare la citt  non solo in termini di immagine ma sul piano del suo effettivo sviluppo.
Da che cosa cominciare? Dalla formazione, appunto, ovvero da un processo che richiede dedizione e fatica piuttosto che da illusioni create con la “bacchetta magica” delle grandi occasioni.
Più che di grandi eventi, c’è bisogno che una nuova classe dirigente torni ad affrontare e a risolvere le questioni urgenti.
L’Universit  Suor Orsola Benincasa ha cercato in questi anni di seguire la via indicata da Benedetto Croce, quella del lavoro costante e quotidiano per tentare di dare un contributo nei fatti alla rinascita della citt .
La riorganizzazione dei percorsi formativi conseguente alle molte riforme degli studi che si sono succedute negli ultimi anni è stata interpretata nella maniera più equilibrata possibile, evitando l’inutile moltiplicazione dei corsi di laurea e, soprattutto, cercando di riorganizzare l’offerta formativa in modo da mettere a disposizione dei giovani laureati la possibilit  di inserirsi nel mondo del lavoro e di affrontare con successo le sfide della modernit . per questo che, accanto ai corsi di laurea che preparano i futuri insegnanti delle scuole materne ed elementari, e a quelli tradizionali delle Facolt  di Lettere e di Giurisprudenza, si è puntato a consolidare il corso di laurea in Scienze della comunicazione e quello in Conservazione dei beni culturali.
Particolare attenzione è stata dedicata alle attivit  di orientamento e di job placement per consentire ai giovani di decidere con maggiore consapevolezza il proprio futuro, accompagnandoli nelle scelte e cercando di favorirne l’ingresso nel mondo del lavoro.
Accanto alla tradizionale formazione post-laurea con i numerosi dottorati dell’Ateneo e quelli in collaborazione con l’Istituto di Scienze Umane, oltre ai Master e ai Corsi di perfezionamento, accanto alla Scuola per le professioni legali, il Suor Orsola offre ogni due anni a trenta giovani laureati la possibilit  di frequentare una Scuola di Giornalismo istituita in convenzione con l’Ordine nazionale dei giornalisti, diretta da Paolo Mieli, che garantisce ottime prospettive di inserimento nelle professioni della comunicazione. I giovani praticanti giornalisti della Scuola, sotto la guida del loro direttore, hanno avuto, tra l’altro, la possibilit  di contribuire a far luce su episodi importanti della storia recente di Napoli come il caso Leone, il colera del 1973 o le vicende legate al terremoto dell’Irpinia del 23 novembre 1980.
Insomma nella nostra cittadella degli studi cerchiamo di costituire e di tener vivo con costanza e impegno quotidiano un pezzo di tessuto sano pronto a fare sistema con le altre eccellenze della citt  per dare un piccolo contributo al riscatto civile di Napoli.

*prorettore dell’Universit  degli Studi Suor Orsola Benincasa

Nelle foto, l’Universit  Suor Orsola Benincasa e la scuola di giornalismo

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