“La risorsa infinita. Per una societ democratica della conoscenza” (Editori riuniti), opera scritta a quattro mani da Pietro Greco e Vittorio Silvestrini è un testo di filosofia della scienza. Costruito essenzialmente su temi relativi allo sfruttamento delle energie, allo sviluppo colto nella versione della sostenibilit , versione che attualmente non sembra essere tanto di moda, alla crescita e alle malformazioni portate in dote dalla globalizzazione, coltiva, pagina per pagina, un terreno fertile di discussione su cui gli uomini tutti devono necessariamente confrontarsi in un’ epoca in cui l’allarme esaurimento risorse ha il suono urgente di una sirena spiegata.
Tuttavia quest’analisi superficiale non rende giustizia alla complessit del testo, che in quanto tale si presenta all’attento lettore come la trama di un tessuto in cui ogni singolo filo rappresenta un sapere particolare e contribuisce a confezionare il magnifico prodotto finale, l’abito perfetto. Il lavoro di Greco e Silvestrini appare come un luogo di sedimentazione del sapere, all’interno del quale si incrociano significati diversi, ma coniugabili fra loro. Scienza, economia, storia, filosofia si intrecciano tra loro e spingono alla riflessione, approdo raro, ma prezioso. In queste parole si sintetizza il giudizio di Guido D’Agostino, Presidente dell’Istituto Campano per la Resistenza, che insieme ad Adriano Giannola, Presidente della Fondazione Banco di Napoli e Carlo Bernardini, Professore emerito all’Universit di Roma La Sapienza, ha contribuito alla presentazione del libro a Palazzo Serra di Cassano, sede dell’Istituto italiano per gli studi filosofici.
“La risorsa infinita” affronta l’inganno dell’uomo post moderno, ossia l’illusione che le fonti energetiche fossili siano illimitate, incrociandolo con i mutamenti climatici globali e con uno sviluppo economico trainato dai soggetti mondiali più forti, destinato ad incrementare la forbice tra la ricchezza esagerata a disposizione di pochi e la miseria di molti. Tra le risorse fisiche di matrice geologica, Silvestrini e Greco individuano una fonte di crescita dai connotati diametralmente opposti. La conoscenza, motore invisibile della societ attuale, attraverso le sue declinazioni, scienza, ricerca, tecnologia, si propone come risorsa immateriale di sviluppo, che coniugata alla globalizzazione, alla rivoluzione mediatica, informatica e telematica produce effetti perversi, se non addirittura agghiaccianti. Il prevalere dell’essere sull’apparire, il valore di scambio che surclassa il valore d’uso, un’etica capovolta nei suoi insegnamenti fondamentali sono alcuni aspetti della societ attuale. Eppure nell’ultimo capitolo, intitolato emblematicamente “Un filo di speranza” emerge la risposta concreta all’utopia che infonde di s l’intero lavoro. Gli autori propongono una serie di correttivi e rimedi volti a sanare le contraddizioni esistenti. Auspicano ad una governance, ad un arbitro super partes che abbia obiettivi simili a quelli dell’Onu, ma che si occupi concretamente dei problemi che fino ad oggi ha affrontato solo nominalmente e che coinvolga tutti i soggetti politici del pianeta.
Lo spirito critico del professor D’Agostino rileva come una conclusione simile rischi di essere troppo molle rispetto ad una situazione di vera emergenza e ad un elaborato robusto ed analitico. “E’ veramente possibile intervenire con piccoli accorgimenti su soggetti tanto forti, affetti da megalomania, come il mercato e la societ dei consumi?” Rilancia D’Agostino per il quale è necessaria una fuoriuscita dal sistema e non una sua trasformazione per punti e che proprio per questo motivo definisce “la Risorsa infinita” un testo intriso di illuminismo riformatore, piuttosto che da spirito utopico, rilevandone il carattere prudente.
Di parere affine l’economista Giannola. Il Presidente della Fondazione banco di Napoli tacciando l’attuale sistema di sviluppo di incompatibilit con il genere umano, suggerisce uno stravolgimento del sistema, allo scopo di deviare una traiettoria destinata a condurre la societ verso una tragedia annunciata.
Alla governance di Greco e Silvestrini si contrappone nell’intervento di Bernardini, che pure elogia l’opera allineandola ai capolavori di Bertrand Russel ed Eric Hobsbwam, l’immagine nostalgica di un nuovo Marx, di una mente capace di delineare un processo di democratizzazione e di regolamentazione del sistema e delle sue modalit di sviluppo.
Risposte diverse a un’esigenza comune, i contributi di D’Agostino, Giannola e Silvestrini si dipartono dal territorio comune della “Risorsa Infinita”, esempio di condivisione della conoscenza e di comunicazione limpida, che vuole ergersi a spunto collettivo di riflessione.