Dalla Russia all’America del sud. Raccolse simpatie e successi. Parliamo di un altro grande attore e caratterista del teatro e del cinema napoletano che fa parte della storia del novecento, Ugo D’Alessio. Magistrale e incancellabile il suo Decio Cavallo, lo sprovveduto emigrante che, nel film Totòtruffa 62, acquista da Totò, con la complicit di Nino Taranto, la fontana di Trevi.
UNA LUNGA CARRIERA
Dalle interpretazioni traspare sempre una grande umanit e, forse, proprio per questo era stimato da i grandi nomi che affiancava nella sua carriera. Tante sono le sue apparizioni cinematografiche accanto al principe della risata. Inoltre, tra le tante pellicole da lui interpretate vanno ricordate “L’oro di Roma”, “Luna rossa”, “Pane e cioccolata”, “Non si sevizia un paperino”, “Sette note in nero”, “Due notti con Cleopatra”, “Tutti a casa”, “Le monachine” e “Processo alla citt “. Ma chi ha avuto il piacere di vederlo a teatro, non potr dimenticare e apprezzare la sua arte recitativa. La sua carriera teatrale lo vide anche al teatro Bracco, direttore artistico del Sannazaro e, infine, anche direttore artistico della Compagnia Teatro Popolare, fondata nel 1978 da Lucio Mirra, per il rilancio del Teatro Diana dopo il terribile incendio che lo distrusse.
IN TV CON NAPOLI MILIONARIA
Ugo D’Alessio prese inoltre parte ad altre rappresentazioni di successo, tra cui ‘Na santarella” di Scarpetta, l’edizione televisiva di “Napoli Milionaria”, andata in onda nel 1962 con Regina Bianchi e “Nu mese o frisco”, nel 1980, in compagnia con Giacomo Rizzo. Resta indelebile, come dicevamo, la sua figura accanto a quella di Totò. Indimenticabile anche l’ interpretazione del brigadiere Di Sabato alle dipendenze dell’intransigente commissario Saracino (Totò) in “Totò contro i quattro” (in un cast stellare, accanto Taranto, Fabrizi, Macario e Peppino De Filippo).Sicuramente va menzionato anche il ruolo di Mastro Ciliegia, ne “Le avventure di Pinocchio”, film a puntate del 1971, per la regia di Luigi Comencini, interpretato da Nino Manfredi, Gina Lollobrigida, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.
IL DEBUTTO A OTTO ANNI
D’Alessio (il suo vero nome era Pasquale) nacque a Napoli il 26 agosto del 1909, in una nota famiglia d’artisti alla quale appartenevano Giuseppe ed Enrichetta D’Alessio, suoi zii, valenti caratteristi dei primi anni del ventesimo secolo. Ugo si appassionò prestissimo al teatro anche grazie alla madre, Leonilde Ricciardi, primadonna della Compagnia di Federico Stella, Salvatore De Muto e Girolamo Gaudioso. Il debutto avvenne all’et di otto anni nella commedia di Fiorilli “Un grazioso equivoco”, diretta dallo zio Giuseppe. Successivamente passò nella Compagnia dei Piccoli, di Nino Taranto e Gegè Maggi dove recitava anche Rosalia Avolio e fu poi a Roma, dove esord nel 1926 con la sceneggiata al Teatro Jovinelli. Dal 1927 al 1933, lavorò anche con la compagnia Cafiero-Fumo, fino al sodalizio con Eduardo De Filippo, che lo volle in molte sue commedie. Con una propria compagnia, la Bruno-Clemente-D’Alessio si dedicò ancora alla sceneggiata, passando poi alla rivista con Latilla e con Macario e Gabrè e, dopo la seconda guerra mondiale fu in America del Sud per lunghe tournee.
IN RUSSIA CON EDUARDO
Rientrato in Italia fu interprete di “Palummella”, rappresentata al San Ferdinando di Napoli nel 1954, in occasione dell’inaugurazione fortemente voluta da Eduardo De Filippo, con il quale recitò anche nella famosa “Scarpettiana” nel 1956 in onore di Eduardo Scarpetta. Nel 1962 fu in Russia sempre con De Filippo e con lui lavorò anche in “Le voci di dentro”, “Questi fantasmi”, “Sik sik e l’artefice magico”, “Non ti pago”.
LE POESIE
Grande passione ebbe pure per la poesia; nei momenti di riposo scrisse numerose liriche, che raccolse poi in un volume intitolato “Jammo ca mò s’aiza!”.
Chiudiamo con una frase della figlia, Brigida D’Alessio. «La bravura nel recitare di mio padre era un "dono" innato, a quei tempi non c’erano "scuole di recitazione" ed altro… La sua nasceva, come per gli altri, da una vita passata sul palcoscenico».
Nelle foto, in alto, da sinistra, interpreta l’emigrante che acquista da Totò la fontana di Trevi. Con loro, Nino Taranto. In basso, D’Alessio con il principe della risata in "Totò contro i quattro"