Indelebili ricordi ha lasciato un personaggio come Nino Taranto. Un attore che rimane ancora oggi nella nostra mente attraverso i vecchi film in bianco e nero, e non solo. Chi non lo ricorda insieme a Ugo D’Alessio e Totò? In “Totò truffa” di Camillo Mastrocinque (1961) dove riusc a esprimere appieno la propria vis comica al fianco del grande Antonio de Curtis, principe e signore della risata, di cui Nino fu spalla affidabile e devota.
L’ESORDIO DA TREDICENNE
Nel 1927 entrò nella compagnia di sceneggiate Cafiero-Fumo e nel 1928 si avvicinò con successo alla sceneggiatura; invitato in tourne negli Stati Uniti, ne tornò con "una pianola a nastro e mille dollari" impiegati per finanziare la sua prima compagnia di variet . Esord tredicenne al teatro centrale di Napoli, interpretando quelle che sarebbero diventate le sue specialit la "canzone in giacca" drammatica e quella da "dicitore" in abito da sera, rivelando le straordinarie doti di caratterista che l’avrebbero reso uno degli attori più amati dal pubblico italiano.
CICCIO FORMAGGIO
Nel 1933 venne scoperto da Anna Fougez, che lo fece debuttare nella grande rivista, alla quale si sarebbe dedicato fino al secondo dopoguerra, accanto a Wanda Osiris e poi a Titina De Filippo, dando vita a straordinarie macchiette, tra le quali l’indimenticabile Ciccio Formaggio, ritagliato perfettamente su di lui dal duo Cioffi e Pisano un ometto iellato, tradito e bistrattato dalla fidanzata, la quale per ennesimo gratuito dispetto gli sforbicia la tesa del cappello. Proprio quella paglietta tagliuzzata divenne uno dei simboli della sua comicit e ispirò alcuni fortunati spettacoli di rivista come Mazza, Pezza e Pizzo e Quagliarulo se ne va.Fece il suo ingresso al cinema nel 1938 con Nonna Felicita di Mario Mattoli ma fu stabilmente attivo dal dopoguerra interpretando un centinaio di pellicole, Si dedicò anche alla prosa costituendo una propria compagnia nel 1955 e mettendo in scena, oltre a farse e commedie leggere, i testi dell’amico e maestro Raffaele Viviani, di cui propose fra l’altro L’ultimo scugnizzo (1956) e Don Giacinto (1961), che valorizzarono al meglio la sua intensa espressivit .
LA MAGIA DELLA RADIO
Fu anche uno dei comici in assoluto più presenti alla radio, dove accentuò, più che l’eleganza che lo contraddistingueva sul palcoscenico, la voce duttile e la gioiosa caratterizzazione napoletana. Interpretò inoltre numerose riviste imperniate sulle gag del "napoletano a New York",e negli anni cinquanta partecipò a molti dei più popolari variet radiofonici del momento (Rosso e nero, 1951; Chicchirich, 1953; L’occhio magico, 1954; Fermo posta, 1956) e condusse Il fiore all’occhiello (1958). Prese parte, come caratterista d’eccezione, a ben diciannove musicarelli, al fianco di nomi importanti della musica leggera, come Gianni Morandi e Albano Carrisi.
SUL PALCO CON LUISA CONTE
Negli ultimi anni sarebbe tornato con successo al teatro dialettale. Con amore e affetto lo ricordiamo al fianco di Luisa Conte nelle indimenticabili commedie dell’affollato teatro Sannazzaro dove il pubblico partenopeo accorreva a frotte per assistere alle interpretazioni di Nino, Luisa e di un altro interprete, Carlo Taranto. Fratello minore che nasce a Napoli il 18 ottobre 1921, attore italiano, icona tipica del napoletano negli anni cinquanta e anni sessanta del XX secolo. Iniziò la sua carriera nell’immediato secondo dopoguerra grazie all’aiuto del fratello maggiore, con il film I pompieri di Viggiù (1949), poi appare in oltre 100 pellicole assieme ai grandi del cinema italiano (Totò, Vittorio De Sica, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Alberto Sordi), interpretando ruoli di caratterista. Tra le sue più gustose interpretazioni è da ricordare quella ne Il medico e lo stregone (1957, regia di Mario Monicelli) e l’allenatore di calcio nel film Il presidente del Borgorosso Football Club.
IL FRATELLO MINORE CARLO E IL NIPOTE CORRADO
Carlo Taranto fu attivo anche in campo teatrale, come interprete delle commedie di Scarpetta, Viviani e De Filippo. Per la televisione è apparso, fra l’altro nello sceneggiato televisivo del 1967 La fiera della vanit . Muore il 4 aprile dell’86 un mese dopo il fratello maggiore Nino in seguito ad un’emorragia interna. E suo figlio Corrado segue le orme di famiglia, intraprendendo l’attivit teatrale fin da bambino. Corrado negli anni ottanta forma un sodalizio artistico con l’inseparabile collega Mimmo Sepe. Insieme intrattengono in pubblico in vari spettacoli teatrali e televisivi, usando spesso il dialogo giocato sui loro caratteri, le culture e le figure fisiche; in quello stesso periodo inizia a lavorare anche per il cinema e la televisione, interpretando ruoli pressoch da comprimario. Nel 2008 esordisce alla regia cinematografica con il film Ferragosto a pezzi e con il meno conosciuto Sottosopra, 6 è« « di cui è anche soggettista e sceneggiatore. E dagli anni duemila si dedica saltuariamente all’insegnamento della recitazione. Erede di una famiglia di cui si dovrebbe parlare di più.
Nelle foto, in alto Nino Taranto con l’indimenticabile paglietta tagliata. In basso, da sinistra, l’artista sul grande schermo con Totò, un’immagine del fratello Carlo e del nipote Corrado